Dalle profondità della Grande Nube di Magellano

… MIRI e Webb… hanno scoperto N79 all’interno della Grande Nube

Oggi cercando notizie qui e li… ho trovato questa bellissima immagine, che sinceramente non ho potuto non mettere perché mi ha letteralmente lasciata strabiliata!!

Come dico sempre, le collaborazioni hanno un senso, e questa ha dato i suoi frutti: in una galassia satellite della nostra Via Lattea lo strumento MIRIMid-InfraRed Instrument. del James Webb Telescope, ha osservato una nebulosa chiamata N79Regione di idrogeno atomico interstellare ionizzato. all’interno della Grande Nube di Magellano. Ora vi svelo un segreto, quando noi guardiamo queste galassie sembrano davvero molto piccole, ma sono invece più deboli con una luminosità distribuita su una superficie maggiore rispetto a quella di una singola stella.


30 Doradus, Large Magellanic Nebula, VLT, ESO, VISTA, ALMA
L’ immagine mostra la formazione stellare nota come Nebulosa Tarantola, ubicata nella regione stellare 30 Doradus, dove si vedono delle stelle luminose e tenui, con nubi rosate di gas caldi. È una foto composita, scattata nell’infrarosso e ripresa da tre telescopi l’HAWK-I VLT (Very Large Telescope) dell’ESO e da VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) supportati da ALMA (Atacama Large Millimeter/ Submillimeter Array) Credit: ESO, ALMA

Allora N79 è un enorme e massiccia regione di formazione stellare, con dimensioni di circa 1600 anni luce, ed è situata nella regione sud occidentale della Grande Nube di Magellano; è considerata la versione giovane della Nebulosa Tarantola o 30 Doradus, che potete vedere in queste due immagini.


Tarantula Nebula, Webb
Ultime notizie dal telescopio Webb: l’immagine che vedete sopra, mostra la regione della Nebulosa Tarantola, qui si possono osservare decine di stelle mai notate prima perché erano coperte dalla polvere cosmica. In fondo noterete una regione blu pallido più attiva… potrebbero essere nuove giovani stelle massicce… ma lo scopriremo più avanti. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI, Webb ERO Production Team.

Ma torniamo alla nostra N79 che mette in mostra i suoi gas e polveri incandescenti grazie a MIRI, che usando la luce del medio infrarosso sa rivelare quello che succede nel profondo delle nubi,Mentre le lunghezze d’onda più corte della luce verrebbero assorbite o disperse dai grani di polvere nella nebulosa. se ci fate caso… ci sono anche delle bellissime protostelle ancora incorporate.


N79
L’immagine ripresa dal Telescopio Webb, mostra la giovane nebulosa N79 all’interno della regione H II nella Grande Nube di Magellano. Credit: NASA/ESA/CSA James Webb Space Telescope

La cosa davvero interessante, è che queste regioni di formazione stellare, hanno la composizione chimica simile di quelle osservate quando l’Universo aveva solo pochi miliardi di anni e la formazione stellare era al suo apice. Come paragone prendiamo la nostra Via Lattea, le regioni che sono al suo interno non producono stelle al passo travolgente di N79 ed inoltre hanno una composizione chimica diversa.

Con queste osservazioni il telescopio Webb da agli astronomi la strabiliante opportunità di confrontare la formazione stellare in N79, con fenomeni analoghi tipo: osservazioni profonde di galassie lontane nell’Universo, l’evoluzione dei dischi circumstellari e degli involucri delle stelle in formazione su un’ampia gamma di masse e in diversi stadi evolutivi. Per cui il Telescopio Spaziale potrà rilevare per la prima volta i dischi di polvere che formano i pianeti attorno a stelle di massa simile a quella del nostro Sole, alla distanza della Grande Nebulosa di Magellano.

Vedremo che cosa ci racconterà presto questo telescopio, intanto sappiate che vi terrò informati, allora a presto!!!