ALMA e i cosmici… fuochi d’artificio

… insieme al VLT e il progetto PHANGS



NGC 4303, VLT, MUSE, ALMA, ESO
Immagine della galassia NGC 4303, combinazione di immagini VLT/MUSE e ALMA. Credit: ESO

Utilizzando differenti strumentazioni dell’Osservatorio Europeo del Sud (ESO) situati in Cile, un gruppo di astronomi ha potuto studiare le giovani stelle ed i gas che si riscaldano attorno a loro. Queste osservazioni hanno mostrato immagini mozzafiato delle galassie vicine, che sembrano dei bellissimi fuochi artificiali cosmici; l’immagine di apertura mostra le diverse componenti delle galassie con colori distinti, questo consente agli astronomi di individuare la posizione delle giovani stelle e del gas che si riscalda intorno ad esse e di comprendere i meccanismi che innescano la formazione stellare. Sono stati utilizzati il Very Large Telescope (VLT), il Multi-Unit Spectroscopic Explorer (MUSE) e l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA).

Per la prima volta risolviamo singole unità di formazione stellare su una vasta gamma di luoghi e ambienti, in un campione che ben rappresenta i diversi tipi di galassie”, afferma Eric Emsellem, astronomo dell’ESO in Germania. Emsellem conduce osservazioni basate sul VLT nell’ambito del progetto PHANGS (Physics at High Angular resolution in Nearby GalaxieS), che studia la fisica ad alta risoluzione nelle galassie vicine alla Via Lattea. Aggiunge Emsellem “…Possiamo osservare direttamente il gas che dà alla luce le stelle, vediamo le giovani stelle stesse e assistiamo alla loro evoluzione attraverso varie fasi.

Mediante la combinazione delle immagini MUSE (identificazione delle stelle neonate e del gas caldo che le circonda) ed ALMA (mappatura delle nuvole fredde di gas), gli astronomi possono esaminare le regioni galattiche in cui si sta verificando la formazione stellare, per capire meglio cosa innesca, mantiene od ostacola la nascita di nuove stelle.


NGC 3627, VLT, MUSE ALMA, ESO
Immagini della galassia NGC 3627, combinazione di immagini VLT/MUSE e ALMA. Credit: ESO.

Ci sono molti misteri che vogliamo svelare”, dice Kathryn Kreckel dell’Università di Heidelberg in Germania e membro del team di PHANGS. “Le stelle nascono più spesso in regioni specifiche delle loro galassie ospitanti? E se è così, perché? Questa nascita, come influenza la loro successiva evoluzione e quella dell’ambiente spaziale in cui si trovano? E tutto questo, come influisce sulla formazione di nuove generazioni stellari?

Ecco alcuni numeri, che danno l’idea del lavoro svolto dagli astronomi. Sono state osservate 30000 nebulose di gas caldo, raccolti circa 15 milioni di spettri in diverse regioni galattiche e mappate circa 100000 regioni di gas freddo in 90 galassie vicine, producendo un atlante senza precedenti di “nursery” stellari.

La loro combinazione ci permette di sondare le varie fasi della nascita stellare più dettagliatamente di quanto sia possibile con le osservazioni individuali dei singoli astri. Possiamo vedere la formazione dei vivai di stelle all’inizio della formazione dei singoli astri stessi ed infine alla distruzione finale dei vivai da parte delle stelle appena nate”, afferma Francesco Belfiore, membro del team di PHANGS dell’INAF ad Arcetri.


NGC 1300 Spiral Galaxy, ESO
Galassia a spirale NGC 1300, combinazione di immagini VLT/MUSE e ALMA. Credit: ESO.