Wasp 17 b

… andiamo a fare sandboarding su Wasp 17 b?

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Eccovi, siete qui per andare a sciare?? No, non sto scherzando, oggi si scia!!!

Chiaramente non andiamo in montagna, ma partiamo per un posto a circa a 1.300 anni luce dalla Terra, avete mai sentito parlare di un esopianeta chiamato Wasp 17 b? Forza, mettetevi comodi che vi devo raccontare un po’ di cose.

Allora come vi dicevo il nostro bell’esopianeta è davvero un gigante enorme: pensate che ha un volume di ben sette volte superiore a quello di Giove, ed una massa del 50% inferiore a quella di Giove, per cui capite anche voi che WASP-17 b è uno degli esopianeti più grandi conosciuti fin ora. Questo, unito al suo breve periodo orbitale di soli 3.7 giorni terrestri, lo rende il pianeta ideale per gli esperimenti di spettroscopia a trasmissione.Tecnica che prevede la misurazione degli effetti di filtraggio e diffusione dell’atmosfera di un pianeta della stella intorno a cui orbita. Utilizzando questo metodo ed il telescopio Webb, grazie allo strumento che ha in dotazione chiamato MIRIMid-Infrared Instrument, che fornisce modalità di osservazione ed analisi spettroscopica a lunghezze d’onda nel medio infrarosso., i ricercatori hanno rilevato la presenza di nanocristalli di quarzo nelle nubi ad alta quota di WASP-17 b.

Questa è la prima volta in cui particelle di siliceSiO2 diossido di silicio, e lo si trova in natura sulla Terra in forma solida cristallina nei quarzi. sono state individuate nell’atmosfera di un esopianeta; la cosa davvero incredibile è che dovevano esserci degli aerosolMinuscole particelle che compongono le nuvole o la foschia. ma nessuno si aspettava che fossero fatti di puro quarzo.

Come dicevo prima i silicati, cioè i minerali ricchi di silicio e ossigeno, costituiscono la maggior parte della Terra, della Luna e di altri oggetti rocciosi del nostro Sistema Solare e sono estremamente comuni in tutta la galassia. Ma i grani di silicato rilevati in precedenza nelle atmosfere di esopianeti e nane brune sembrano essere costituiti da silicati ricchi di magnesio, come l’olivina e il pirosseno, e non dal solo quarzo, che è puro SiO2.

E così gli scienziati, che erano curiosi di capire cosa stava succedendo sull’esopianeta hanno “puntato il naso” del telescopio Webb. Osservando così il sistema WASP-17 per quasi 10 ore, raccogliendo più di 1.275 misure nell’infrarosso medio mentre il pianeta attraversava la sua stella; si sono trovati con una sorpresa, è emersa una “protuberanza” inaspettata a 8.6 micron, una caratteristica che non ci si aspetterebbe se le nubi fossero costituite da silicati di magnesio o da altri possibili aerosol ad alta temperatura come l’ossido di alluminio.


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L’immagine mostra le onde di luce rilevate nelle nubi dell’esopianeta gigante gassoso caldo WASP-17 b hanno rivelato la presenza di quarzo (silice cristallina, SiO2), come mostrato in questo grafico. Credit: NASA, ESA, CSA, and R. Crawford

Ma ciò ha perfettamente senso se sono costituite da quarzo: infatti sebbene questi cristalli abbiano probabilmente una forma simile ai prismi esagonali appuntiti che si trovano nelle geodi terrestri, ognuno di essi ha un diametro di soli 10 nanometri, cioè un milionesimo di centimetro.

A differenza delle particelle minerali che si trovano nelle nubi sulla Terra, i cristalli di quarzo rilevati nelle nubi di WASP-17 b non sono stati spazzati via da una superficie rocciosa. Hanno invece origine nell’atmosfera stessa. “WASP-17 b è davvero bollentecirca 1.500°C. e la pressione in cui si formano nell’atmosfera è solo un millesimo di quella che si registra sulla superficie terrestre, ed è proprio in queste condizioni, che i cristalli solidi possono aggregarsi direttamente dal gas, senza passare prima per la fase liquida.

Ecco perché, capire di cosa sono fatte le nubi è davvero fondamentale per comprendere il pianeta in tutto il suo complesso. I Giovi caldi incluso WASP-17 b sono composti principalmente da idrogenoH, idrogeno atomico. ed elioHe., con piccole quantità di altri gas come il vapore acqueoH2O. e l’anidride carbonica.CO2. Questi bellissimi cristalli di silice ci parlano dell’inventario dei diversi materiali e di come tutti si uniscono per dare forma all’ambiente di questo pianeta.

Quanto quarzo ci sia esattamente e quanto siano diffuse le nubi è davvero difficile da determinare perché esse sono probabilmente presenti lungo il terminatoreRegione di passaggio dal giorno alla notte., e siccome il pianeta è bloccato dal punto di vista mareale, con un lato giorno molto caldo e un lato notte più freddo, è probabile che le nubi che circolano attorno al pianeta vaporizzino quando raggiungono il lato giorno più caldo. Ed inoltre potrebbero essere i venti che spostano le minuscole “sabbie” vetrose a migliaia di chilometri all’ora.

Ma già vi sento brontolare… d’accordo Paola, fin qui tutto chiaro, ma che cosa ci stai dicendo??

Vi sto dicendo che probabilmente su questo pianeta scendono cristalli di quarzo davvero piccoli, ed in teoria si potrebbe anche sciare su di essi come qualcuno fa nel nostro deserto del Sossusvlei, o in Namibia. Decisamente divertente, non vi pare??