Trovati tesori stellari anche sulla Terra

Bellissime novità anche sulla nostra amata Terra

Da quando scrivo per voi, cerco sempre di darvi il meglio e stavolta ho una notizia davvero interessante; di solito mi affido al telescopio Webb, perché il suo occhio ci regala sempre delle entusiasmanti novità… ma, per una volta ci sono delle bellissime notizie che arrivano direttamente dalla nostra amata Terra.

Infatti, gli archeologi hanno fatto una strabiliante scoperta, erano secoli che si cercava questo catalogo stellare scomparso, e finalmente, nel monastero egiziano di Santa Caterina è venuto alla luce parte del catalogo di stelle dell’astronomo Ipparco.

Si tratta di 1 pagina che, analizzata a varie lunghezze d’onda, diversi algoritmi informatici e combinazioni di frequenze hanno fatto emergere il testo nascosto sotto agli scritti siriaci del X o XI secolo.


Catalogo di Ipparco
L’immagine mostra solo una parte del Codex Climaci Rescriptus sotto la quale si celava il catalogo stellare di Ipparco. Credit: © Museum of the Bible Collection. All rights reserved, 2021

Infatti questa pagina ha svelato un’importante segreto: la lunghezza e l’ampiezza in gradi della costellazione della Corona Boreale (stéphanos en to boréio in greco antico), la corona settentrionale, e fornisce le coordinate per le stelle al suo estremo nord, sud, est e ovest.

Ed ecco il passaggio integrale del testo: “Ὁ στέφανος ἐν τῷ βορείῳ ἡμισφαιρίῳ κείμενος κατὰ μῆκος μὲν ἐπέχει μ̊ θ̅ καὶ δ̅ ́ ἀπὸ τῆς α̅ μ̊ τοῦ “σκορπίου ἕως ι̅ <καὶ> δ̅ ́ μ̊ τοῦ αὐτοῦ ζῳδίου. Κατὰ πλάτος δ᾽ ἐπέχει μ̊ ς̅ C καὶ δ̅ ́ ἀπὸ μ̅θ̅ μ̊ ἀπὸ τοῦ βορείου πόλου ἕως μ̊ ν̅ε̅ C καὶ δ̅ ́.
Προηγεῖται μὲν γὰρ ἐν αὐτῷ ὁ ἐχόμενος τοῦ λαμπροῦ ὡς πρὸς δύσιν ἐπέχων τοῦ σκορπίου τῆς α̅ μ̊ τὸ ἥμισυ. Ἔσχατος δὲ πρὸς ἀνατολὰς κεῖται ὁ δ′ ἐχόμενος ἐπ᾽ ἀνατολὰς τοῦ λαμπροῦ ἀστέρος [. . .] τοῦ βορείου πόλου μ̊ μ̅θ̅· νοτιώτατος δὲ ὁ γ′ ἀπὸ τοῦ λαμπροῦ πρὸς ἀνατολὰς ἀριθμούμενος ὃς ἀπέχει τοῦ πόλου μ̊ ν̅ε̅ C καὶ δ̅ ́.”


Testo di Ipparco
La fotografia mostra il testo originale di Ipparco, ritrovato sotto gli scritti siriaci. La scrittura in giallo è frutto di immagini multispettrali. Credit: © Museum of the Bible Collection. All rights reserved, 2021.

“La Corona Boreale, situata nell’emisfero boreale in lunghezza va da 9°¼ dal primo grado di Scorpione a 10°¼ 8 nello stesso segno zodiacale (cioè in Scorpione). In larghezza si estende per 6°¾ da 49° dal Polo Nord a 55°¾. Al suo interno, la stella (β CrB) a Ovest accanto a quella luminosa (α CrB) conduce (cioè è la prima a sorgere), trovandosi a 0,5° in Scorpione. La quarta stella 9 (ι CrB) ad est di quella luminosa (α CrB) è l’ultima (cioè a sorgere) […] 10 49° dal Polo Nord. Il più meridionale (δ CrB) è il terzo contando da quello luminoso (α CrB) verso Est, che dista 55°¾ dal Polo Nord”, scrive Victor Gysembergh ricercatore del Centro Nazionale delle Ricerche francese.

La fonte di queste informazioni?
Addirittura Ipparco di Rodi, nato a Nicea nel 190 a.C. e morto a Rodi nel 120 a. C. grande astronomo, fondatore dell’astrometria, della precessione degli equinozi e per la misurazione delle stelle. Si trasferì a Rodi tra il 129 e il 120 a.C. e fu probabilmente li che compì la sua maggior parte dei suoi studi e delle sue osservazioni sugli astri.

Fu Ipparco il primo a mappare le stelle in tutto il cielo e a modellare i moti apparenti del Sole e della Luna….

“Questo catalogo stellare che è stato aleggiato nella letteratura come una cosa quasi ipotetica è diventato molto concreto, e Il nuovo frammento lo rende molto, molto più chiaro”, afferma Mathieu Ossendrijver, storico dell’astronomia presso la Libera Università di Berlino.

Tutto questo incredibile lavoro senza nemmeno un telescopio… all’epoca si potevano usare o i tubi di mira, le dioptre, o delle sfere armillari, astrolabio sferico.


Sfera armillare antica
Esempio di sfera armillare simile a quelle utilizzate da Ipparco. Credit S. Bourdreux

Alcuni studiosi avevano persino asserito che Tolomeo, astronomo anch’esso, e autore del trattato astronomico Almagesto, avesse rubato i dati di Ipparco rivendicandoli come propri…

“Molte persone pensano che Ipparco sia stato il vero grande scopritore, mentre Tolomeo era un insegnante straordinario, che ha compilato il lavoro dei suoi predecessori”, dice Gysembergh.

Comunque dai dati ritrovati nei frammenti, gli scienziati concluderebbero che Ipparco di Rodi avesse fatto delle osservazioni molto accurate, ottenendo delle coordinate corrette entro 1 grado, usando l’equatore celeste… sistema molto comune oggigiorno nelle mappe stellari, ma per allora non molto.

“Si pensa che sia stato ispirato dal suo contatto con gli astronomi babilonesi e che abbia avuto accesso a secoli di osservazioni precise. I babilonesi non avevano alcun interesse a modellare il modo in cui il Sistema Solare fosse organizzato in tre dimensioni ma, a causa della loro fede nei presagi celesti, fecero osservazioni accurate e svilupparono metodi matematici per modellare e prevedere i tempi di eventi come le eclissi lunari.
Con Ipparco, questa tradizione si è fusa con l’approccio geometrico greco e l’astronomia moderna ha davvero inizio” dice James Evans storico dell’astronomia.

Così i ricercatori sperano che altre pagine del catalogo stellare di Ipparco siano sopravvissute nella biblioteca di Santa Caterina, e che le tecniche di imagining multispettrale migliorino sempre di più, rivelando nuove ed emozionanti informazioni.

Chiaro è che questa pagina è davvero un tesoro stellare, ed Ipparco è stato una figura fondamentale, trasformando l’astronomia in una scienza predittiva, e per una volta una scoperta così interessante si è fatta ancora sulla nostra amata Terra.