La ricerca di Astolfo

Alcune considerazioni personali sulla ricerca spaziale e l’astronautica odierne

Astolfo? Ma di quale Astolfo stiamo parlando? Di un personaggio del poema di Ludovico Ariosto “L’Orlando Furioso” …. ma che c’entra con l’astronautica? Un attimo e ci arriviamo. E non temete, pazientate per poche (più o meno…) righe: pur essendo il poema tecnicamente splendido, non vogliamo parlare della indiscutibile abilità dell’Ariosto come autore e neppure faremo una critica letteraria!

Voglio invece prendere spunto dalla trama… tutto sommato banale ma “ramificata”, intricata e sessista quanto basta per accontentare il gusto dei lettori dell’epoca a cui appartiene. In breve… le donne fuggono e gli uomini le inseguono, combattendo molto “mascolinamente” con altri analoghi personaggi per contendersele… e naturalmente senza curarsi troppo dei desideri e sentimenti delle donzelle… comunque, niente critica letteraria, abbiamo detto… quello che ci interessa qui è che un tale di nome Astolfo, uno dei tanti rissosi personaggi presenti nell’opera, sempre a caccia di guai o di avventure, fate un pò voi… allora questo signore ad un certo punto si impossessa di un “ippogrifo”… tradotto, ne deruba il precedente proprietario, dopo averlo ovviamente ucciso… ma, ancora una volta, questa non è una critica letteraria e quindi smetto di divagare, prima di perdere il filo di questa avvincente narrazione… dicevamo… Astolfo monta quindi in groppa al suo alato bottino e si reca prima in Paradiso e poi da li, con l’aiuto di un santo di larghe vedute… sulla Luna, per recuperare il senno di Orlando, che è impazzito per amore e semina disastri un pò ovunque nel mondo… altro che i supereroi della Marvel!!!


Gustave Dore. Ruggiero e l'ippogrifo (1888, incisione per il canto VI dell'Orlando Furioso
Ruggiero e l’ippogrifo (Gustave Doré, 1888). Credits Bibliothèque des Arts Decoratifs, Paris.

Avevo detto poche righe…. perdonatemi, non diremo altro sull’opera dell’Ariosto. Ma dov’è l’astronautica? Di Astolfo, si parlava in un vecchio articolo (più o meno 40 anni fa!) pubblicato su una rivista di divulgazione astronomica italiana che si chiamava “l’Astronomia”; in occasione del primo lancio dello Space Shuttle, l’autore (non ricordo il suo nome, purtroppo) ironizzava sulle immagini di fiamme accecanti su cui si librava la macchina, affermando che non lo avevano impressionato più di tanto… e che anche le missioni lunari del decennio precedente alla fin fine, erano servite a portare sulla terra solamente qualche bidone di “pietre”. Una missione non certo eroica come quella di Astolfo, che sulla Luna recupera appunto l’ampolla con dentro il senno di Orlando!


La prima missione dello Space Shuttle americano, 20 anni dopo il primo volo umano nello spazio
Missione NASA STS-1, primo lancio dello Space Shuttle “Columbia”, 12 aprile 1981. Credit NASA

Bonaria ironia di un tempo ormai lontano e passato. In realtà le missioni, o meglio le imprese spaziali… perché quelle lo erano per davvero delle imprese, hanno entusiasmato le generazioni che vissero quegli anni, sia chi allora era giovane sia chi era già adulto; persino sui quotidiani cartacei capitava di trovare (ed in prima pagina!) notizie ed immagini (ovviamente in bianco e nero) delle “prodezze” degli allora “giovani” Pioneer e Voyager che arrivavano su Giove e Saturno per la prima volta, sui sentieri “gravitazionali” tracciati per loro da Isaac Newton.


Il Voyager lascia per sempre la Terra in una calda giornata estiva del 1977.
La partenza del Voyager 2, 20 agosto 1977. Credit NASA

Riflettendoci su, mentre scrivo queste righe, ho l’impressione che nel primo ventennio di questo XXI secolo siamo ritornati a “raccogliere pietre”, un pò come il bambino sulla riva di un mare sconfinato e misterioso, che si entusiasma per ogni sassolino che le onde incessantemente depongono sotto i suoi occhi.

Molte attività della astronautica odierna sono oggi nelle mani non più solamente di istituzioni a livello nazionale, ma anche di soggetti privati che perseguono i propri interessi e pretendono di “usare” lo spazio senza prima “comprenderlo”. E la differenza tra la comprensione ed il mero uso di una realtà naturale è fondamentale, specialmente quando si concentra l’attenzione più sulle tecnologie utilizzate che sui risultati ottenuti. Nonostante tutte le chiacchiere che si fanno oggi sul rispetto della realtà naturale, credo che ci sia un “vuoto” di comprensione ed interpretazione nell’entusiasmo con cui vengono giudicate, ad esempio, attività di marketing spacciate come “spaziali”… trovo assolutamente non scientifico e ben poco tecnologico l’operato di enti privati approdati all’ultim’ora nel mondo dell’astronautica, che per vedere realizzati i propri scopi meramente commerciali e non certo “orizzonti lontani”, sono saliti sulle spalle dei veri “giganti” che li hanno preceduti. E che senza di loro, non avrebbero proprio combinato un bel niente.

Qualcuno ricorda oggi i nomi (in ordine temporale, non di importanza del loro lavoro!) di Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij, Robert Esnault-Pelterie, Robert Goddard, Herman Hobert, Sergej Pavlovič Korolëv, Werner Von Braun, Gerald K. O’Neill? Probabilmente no… volutamente non aggiungo riferimenti bibliografici: provate a curiosare in rete tra le vite ed i lavori di queste persone. Alcuni di loro sono indissolubilmente e tristemente legati all’uso delle prime tecnologie spaziali in ambiti militari, altri erano “sognatori” ma comunque e sempre ricercatori, che rivestivano questi sogni di concretezza e serietà scientifica.

Credo che il vecchio Astolfo si metterebbe le mani nei capelli… e forse brandirebbe il suo spadone, ma usandolo “di piatto” come nei duelli di allenamento, somministrando qua e la, senza troppi riguardi, legnate a molti odierni personaggi interessati allo “spazio”. Oppure, più semplicemente con distaccato disinteresse per le vicende umane, salterebbe in groppa al suo ippogrifo, inseguendo gli ormai anziani Voyager oltre le “colonne d’Ercole” del nostro Sistema Solare, dove il Sole è ancora la stella più luminosa e brilla sfolgorante nel buio del cosmo… ma non è altro che una delle miriadi di stelle di questo universo. E la piccola Terra, con tutto ciò che contiene… noi compresi? Da li non la si vede proprio più…

Una lunga introduzione ed alcune mie considerazioni, che spero non siano state troppo noiose… Ed infine l’elenco delle missioni spaziali NASA dedicate all’esplorazione della Terra e del Sistema Solare, il nostro “cortile” di casa spaziale. Imprese meravigliose ed emozionanti, a cui talvolta, purtroppo, non sono mancati risvolti drammatici e tragici; ma in ogni caso, io penso che alcune non sfigurino affatto al confronto delle “eroiche gesta” e dei viaggi incredibili dell’Astolfo…