Tra le rovine di Ugarit…

Il ritrovamento di una tavoletta di argilla a Ugarit con un’eclissi?

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Eccovi, siete puntuali come un orologio svizzero!!! Oggi vi voglio parlare di un posto davvero lontano… ma non ha a che fare con l’universo, perché la nostra macchina viaggiante ci trasporterà ad Ugarit… siete mai stati??… Posto davvero interessante, soprattutto per una strana scoperta… volete venire?? Allora muoviamoci che stiamo per partire!!!

Eccovi a Ugarit… o come si chiama oggi a Rās ash-shamrah, questa collinetta è a solo 1 Km dalle coste della Siria, e a sud da un piccolo porto chiamato “porto bianco” o Mīnat al-Baiḍā’, che si trova di fronte a Cipro.


Rās ash-shamrah, Ugarit
L’immagine mostra l’ubicazione di Ugarit o Rās ash-shamrah. Credit: NatGeoBooks

Ed è tra le rovine di questa antica città, che nel 1948 è stata scoperta una peculiare tavoletta d’argilla, che ha stimolato gli astronomi a volerne sapere di più. Infatti, questo oggetto con incisi dei caratteri in lingua semitica sembra dare un resoconto di un’eclissi solare totale.

Incredibile, vero??

Così gli studiosi cercano di capire quando questa eclissi potrebbe essere avvenuta, servendosi di calcoli astronomici ed indizi vari… ma purtroppo non sono riusciti a mettersi d’accordo sull’accadutoDove M. Dietrich e O. Loretz propongono che la presunta eclissi solare descritta sulla tavoletta era visibile a Ugarit il 21 gennaio 1192 a.C., ma questa è solo un’ipotesi.; però mettendo da parte le controversie sulle date… e se gli ugariti avevano davvero visto l’eclissi totale di Sole??

Ma lasciate che vi racconti qualcosa di questa particolare tavoletta: classificata col nome KTU 1.78, sembra risalire o alla seconda metà del XIII secolo o addirittura al primo quarto del XII secolo prima di Cristo, era stata scoperta tra i resti dell’Archivio del Palazzo Occidentale di Ugarit con altre mille tavolette. Ed il testo inciso era stato studiato nel 1970 da F. R. Stephenson e J. F. A. Sawyer, i quali avevano tradotto… “Il … giorno di luna nuova del (mese) hiyaru il Sole tramontò, il suo custode era RšpIl significato della parola lasciata in sospeso (al posto dei tre puntini, dove nell’originale è indicato btt) è problematico.“. I due studiosi sapevano che l’eclissi di Sole può verificarsi solo in prossimità dell’inizio di un mese lunare… per cui la traduzione della parola Ršp poteva essere identificata con il pianeta Marte.

I due scienziati inoltre avevano rifiutato la traduzione più ovvia del numero “sei” perché un’eclissi di Sole può verificarsi solo in prossimità dell’inizio di un mese lunare. Invece altri due studiosi, De Jong e Van Soldt avevano proposto la “sesta ora”, come possibilità dichiaratamente speculativa. Di più certa interpretazione sembra essere la parola Ršp che, come già sottolineato da Sawyer e Stephenson, va probabilmente identificata con il pianeta Marte.



Invece sul retro della tavoletta, M. Dietrich e O. Loretz, avevano interpretato correttamente le incisioni, dove si leggeva… “Due fegati sono stati esaminati: pericolo” l’inquietudine degli ugariti era davvero palpabile, perché l’apparizione del Pianeta Marte e dell’eclissi di Sole doveva essere addirittura chiarita con una divinazione epatica…

Si avete capito bene… per divinare… serviva… il fegato di qualcuno.

Ma sento già le vostre domande… e la prima è… allora che calendario usavano gli ugariti?

Il loro era un lunario, composto da 12 mesi, e 10 di questi avevano un nome; quello dato al mese più probabile per la nostra eclissi era hiyaru, chiamato anche il “giorno della Luna nuova” ed è databile al 5 marzo 1223 a.C.

I calcoli che gli studiosi hanno fatto ve li risparmio, ma vi dico che hanno usato le posizioni solari, lunari e planetarie per epoche arbitrarie. Chiaramente le posizioni calcolate concordano di solito con un’approssimazione di 0,1°, per cui delle quattro possibili date ipotizzate, quella decisamente più probabile rimane il 5 marzo 1223 a.C.: infatti è l’unica durante la quale il pianeta Marte si trovava sopra l’orizzonte e l’osservazione della presenza del pianeta durante l’eclissi è una forte indicazione che il fenomeno sia stato davvero totale.

Comunque vi immaginate??? Senz’altro era terrificante assistere ad una cosa del genere e 3247 anni fa qualcuno che era passato indenne dall’oscurità di una eclisse aveva documentato l’evento astronomico che gli aveva gelato il sangue.


National Museum of Damascus
L’immagine mostra il National Museum of Damascus dove è custodita la tavoletta d’argilla KTU 1.78. Credit: National Museum of Damascus Damascus, Syria

Ed ora, se avete voglia di visitare Damasco andate al museo Nazionale e in questo modo potrete vedere anche la tavoletta “incriminata”.

A presto con altre strabilianti novità!!!