Fateci onore!!!… E finalmente le stelle rispondono

Piano piano le “stelle” hanno un nome…

Oggi voglio riprendere un vecchio detto che devo dire mi piace molto… “per raggiungere la gloria bisogna superare grandi asperità”, ed è quello che le nostre donzelle astronome hanno sempre fatto e continuano a fare in queste “avventure”. Ed ora… cosa ne dite se vi racconto di Christine, Margaretha, Gabrielle Èmilie e Maria Gaetana? Lo so che vi va, per cui mettetevi comodi e leggete…

Christine1696-1782. e Margaretha Kirch1703-1744. erano figlie di astronomi tedeschi, il padre Gottfried e la madre Maria Margarethe, fin da piccole le ragazze erano state istruite all’astronomia.

Christine, fin da quando era piccola aiutava i genitori e il fratello maggiore Christfried nel realizzare i calendari. Quando nel 1710 il padre Gottfried morì, la madre cercò di essere riconosciuta come astronoma professionista dall’Accademia delle Scienze… ma l’Accademia rifiutò il riconoscimento. Nonostante questo, madre e figlie continuarono il loro lavoro di astronome presso altri osservatori; uno di questi fu il famoso Osservatorio del defunto Johannes Hevelius di Danzica, poi si trasferirono a Berlino, dove al fratello Christfried fu attribuita la direzione dell’Osservatorio. L’Accademia delle Scienze gli aveva offerto un posto permanente in astronomia, ammettendolo inoltre come suo membro.

Christfried “assunse” madre e sorelle come “assistenti”, ma le tre donne purtroppo non ottennero nessun riconoscimento ufficiale per il loro lavoro.

Nel 1720 venne osservato il transito di Mercurio, nel 1733 l’eclissi solare ed inoltre, seguendo una tecnica suggerita da Galileo un secolo prima, furono determinate le differenze di longitudine tra Berlino, Parigi e San Pietroburgo utilizzando le eclissi dei satelliti di Giove.

Il 9 maggio del 1740 Christfried muore, e l’Accademia delle Scienze di Berlino-Brandeburgo nota che il contributo professionale di Christine all’astronomia è davvero importante, così la assume come responsabile della preparazione dei calendari, dandole poi uno stipendio di 400 talleri.

Christine continua il suo lavoro di produttrice di calendari, e diventa la prima donna finalmente pagata per la sua attività di astronoma… all’epoca questo onore era stato dato solo a Caroline Herschel.



Quando diventò più anziana l’Accademia le attribuì una onorificenza per il suo lavoro, ed in una lettera a lei indirizzata il presidente e il Consiglio direttivo le esprimevano tutta la loro gratitudine per il lavoro svolto sui calendari. Christine continuò a svolgere il suo lavoro e a ricevere il suo onorato stipendio, l’astronoma contribuì inoltre a introdurre Johann BodeAstronomo tedesco, noto soprattutto per la sua riformulazione e divulgazione della legge di Titius-Bode e come contributo nella determinazione dell’orbita di Urano, per il quale suggerì anche il nome. È anche accreditato per la scoperta della Galassia di Bode e per aver pubblicato Uranographia (M81). alla stesura dei calendari.

Della sorella di Christine, Margaretha si sa poco perché morì a 41 anni, ma collaborò a diverse osservazioni cometarie, in particolare della cometa 1743 C1, scoperta il 10 febbraio 1743 sempre a Berlino dall’astronomo Augustin Grischow.


La parigina Gabrielle Èmilie Le Tonnelier de Breteuil, Marquise du Châtelet1706–1749. era una bambina intelligente e mentre la madre preferiva che venisse messa in convento come si usava allora per farla educare dalle suore in attesa “di un buon matrimonio”; il padre notata la sua particolare intelligenza, preferì assumere dei precettori per istruirla, così la ragazzina crebbe imparando greco, latino, italiano, spagnolo, matematica… ed era proprio questa materia che la entusiasmava maggiormente.



Così la nostra Gabrielle trascorreva i suoi primi anni in compagnia dei migliori insegnanti e di ospiti incredibili, il padre oltre a ricoprire una posizione di rilievo alla corte del re Luigi XIV, teneva un salotto settimanale il giovedì, al quale venivano invitati scrittori e scienziati di grande fama. Uno di questi invitati era il segretario dell’Académie des Sciences francese Bernard de Fontenelle, che le organizzò una visita all’osservatorio.

A 19 anni si sposò, e per qualche anno la giovane Gabrielle si trasferì in Borgogna, ma siccome il marito era spesso assente per impegni militari, lei tornò a Parigi riprendendo gli studi di matematica… prima con il membro dell’Accademia delle Scienze Pierre-Louis Moreau de Maupertuis, che le fece conoscere i lavori di Isaac NewtonMatematico, fisico, astronomo, filosofo naturale, teologo, storico, alchimista inglese., e poi con Alexis Claude Clairaut.Matematico e astronomo francese, calcolò il perielio della cometa di Halley nel 1759.

A 27 anni Gabrielle conobbe Voltaire famoso filosofo che era stato esiliato in Inghilterra, e tornato in Francia i due intrapresero una relazione e si trasferirono nel castello di Cirey, per diversi anni. In questo luogo la marchesa incominciò a studiare con Voltaire, applicandosi alla geometria, alla letteratura, alla fisica e all’astronomia.

Voltaire era estasiato da Gabrielle, e la passione comune per la scienza li portò a partecipare al concorso a premi dell’Accademia di Parigi del 1738: l’argomento era sulla natura del fuoco. Nessuno dei due vinse la sfida, però entrambi ottennero una menzione d’onore ed i loro lavori vennero pubblicati.



Così la “nostra ragazza” divenne la prima donna ad avere un articolo pubblicato dall’Accademia di Parigi.

Ci sono altre opere scientifiche scritte da Gabrielle: “Le Institution de Physique”, era un libro di fisica sulla teoria di Leibniz. Dopodiché tradusse e commentò “dei Philosophiae naturalis principia Mathematis” di Newton, dove venivano presentate le leggi sulla gravità e il moto.

Gabrielle morì nel 1749… il filosofo Voltaire la ricordava in una lettera spedita all’amico Re di Prussia Federico II: “Era un grande uomo il cui unico difetto era quello di essere una donna. Una donna che traduceva e spiegava Newton [. . .] in una parola, un uomo davvero grande”.

Allora… cosa ne dite di tutte le nostre astronome??… ma oggi c’è ancora un’astronoma da raccontarvi…



Maria Gaetana AgnesiMilano 1718-1799. chiamata la “strega”, era una bambina davvero geniale, il padre accortosi della sua bravura, la incoraggiò nei suoi studi offrendole i migliori insegnanti, la filosofia, la matematica e l’astronomia erano le sue preferite, ma anche bravissima col tedesco l’inglese, il francese, il greco lo spagnolo… tanto da essere soprannominata “oratrice delle sette lingue”. Maria era una grande intrattenitrice nei salotti intellettuali che il padre organizzava nella casa di Milano.

Furono loro che “spinsero” Maria agli Elementi di Euclide, alla logica e alla metafisica, alla fisica generale, particolare e sperimentale, così che diventò un’abitudine della ragazza esporre nel salotto di casa sua, per desiderio del padre, i propri progressi con varie tesi filosofiche.

Venne citata addirittura nella poesia “Lettera di Caroline Herschel” di Siv Cedering come scienziata e astronoma. A 20 anni le pubblicarono a Milano una raccolta di saggi scientifici col titolo di “Propositiones philosophicae quas crebris disputationibus domi habitis coram clariss. Viris explicabat extempore et ab obiectis vindicabat M. C. de A. mediolanensis”. L’opera scritta in latino mostrava quanto Maria fosse davvero eclettica, infatti questo compendio trattava diversi argomenti: dalla meccanica dei fluidi alla logica alla pneumologia e persino all’astronomia e tutte le materie erano scritte come un’enciclopedia.




Pensate che l’Accademia delle Scienze di Bologna le aveva inviato un diploma universitario, aggiungendo il suo nome alla facoltà, offrendole inoltre la cattedra di matematica all’Università di Bologna, sotto il patrocinio di Papa Benedetto XIV, ma lei non accettò l’incarico.

Ed ora vi dico perché all’inizio l’ho chiamata “strega”… era una traduzione dall’inglese al posto di chiamare l’operazione matematica funzione analitica versiera di AgnesiIn geometria, la versiera è una curva del piano, costruibile sinteticamente attraverso procedimenti geometrici elementari ed esprimibile analiticamente mediante una funzione razionale. La versiera è caratterizzata da una forma a campana, simile a quella della distribuzione gaussiana., la tradussero come strega di Agnesi…

Il padre morì nel 1752, così Maria rinunciò ai lavori matematici e si prodigò nelle sue opere caritatevoli. Anche se, l’Università di Torino la interpellò per chiederle dei pareri sugli articoli che Lagrange aveva appena pubblicato, sul calcolo delle variazioni, lei rispose che non si occupava più di matematica e non volle nemmeno tradurre i suoi lavori in latino, lingua ben nota a Maria.

Pensate che Charles de Brosses diceva di lei:”È un fenomeno vivente” e la paragonò addirittura a Pico della Mirandola, soprattutto per la sua pazzesca conoscenza delle lingue straniere e per essere un vero e proprio genio. Nelle sue “Lettres sur l’Italie” dice di Maria: “una ragazza di circa 20 anni,… dai modi molto semplici e dolci”. Conobbe persino Carlo Goldoni, che la menzionò nella sua commedia “il medico Olandese”.

A Maria hanno dedicato un cratere su Venere, e persino un asteroide chiamato 16765 Agnesi, nel 1799 morì al Pio Albergo Trivulzio di Milano dov’era anche la direttrice.