Gli albori di nuove scoperte… (parte 1)

Le nuove scoperte e il progredire degli strumenti…

Come vi ho detto l’altra volta adoro avere l’opportunità di parlare con il Direttore del Calina, Francesco Fumagalli, perché quando ci si trova, scopro nuove storie di vita e nuove incredibili avventure…

Per cui, sono qui anche oggi per raccontarvi una conversazione avuta con lui… che mi dice: «Se il Francesco piccolo avesse conosciuto il Francesco grande di adesso… avrebbe detto… URCA… MA IO VORREI DIVENTARE COME TE!!!…»

Sinceramente capirei benissimo questo bambino, perché oggi come oggi ci sono degli strumenti che 50 anni fa nemmeno si sognavano di avere, e più miglioreranno gli strumenti più migliorerà la ricerca… così vedremo cose ancora più spettacolari.

Ma aspettate, volete che vi racconto tutta la storia? Come vi ho detto ogni volta che parlo con Francesco, esce sempre qualcosa di incredibile e bello… sembra di stare ad ascoltare “l’Indiana Johns dello spazio”… ed è per questo che poi io incomincio a fare… come sapete bene… un milione di domande a cui ottengo sempre risposta… prima o poi si stuferà di me… ma fino a quel momento… cosa ne dite di partire per questa nuova avventura???

«Scusa Francesco ma come hai cominciato la ricerca di Stelle Variabili??»

«Devi sapere che nel 1972 ho incrociato un gruppo di osservatori amatoriali italiano di stelle variabili, chiamato gruppo RV Tauri, che mi propose di collaborare con loro, usando il metodo di Argelander e un semplice binocolo. Con questo gruppo formammo la parte italiana del G.E.O.S (Groupe Europèen d’Observation Stellaire) che venne fondato nello stesso anno anche a Parigi.
Ed è proprio in questo periodo che ho iniziato la mia attività di ricercatore nel campo delle Stelle Variabili.
»

«So che hai identificato diverse Stelle Variabili, ma qualche incredibile scoperta l’hai fatta?»

«Guarda, noi componenti del G.E.O.S venivamo presi un po’ come dei maniaci, come dei visionari, della gente che vedeva lucciole per lanterne… e questo dagli Astrofili Italiani, mentre i Francesi avevano un grande rispetto per noi… pensa che i nostri metodi erano usati anche da un gruppo di variabilisti Neozelandesi…
All’epoca la ricerca non era facile come adesso, e studiare le stelle variabili voleva dire passare notti intere a non dormire, attaccati ad un telescopio ad osservare il cielo notturno, il più delle volte anche al freddo.
Ma la cosa non terminava lì, perché poi di giorno bisognava passare al vaglio tutte le numerose misure visuali, che avevamo fatto la notte. Era una cosa davvero spossante e complicata; ci voleva moltissimo tempo e tanto impegno.
»

Francesco si interrompe un attimo, poi riprende…

«E adesso ti racconto la grande soddisfazione che ho avuto…
Nel ’80, avevo cominciato a mettere in ordine i dati della stella che veniva considerata da tutto il mondo una stella variabile, la IS Geminorum, perché bisognava fare uno studio conclusivo su tutta la massa di dati che avevamo.
Così mi sono proposto per analizzarli tutti, sai ne ero affascinato e il lavoro mi piaceva, anche se dovevo fare tutti i calcoli con la TI58C, una calcolatrice programmabile… per cui, mi misi a calcolare e a sistemare tutti i dati… ci ho messo la bellezza di 7 mesi, cosa che al giorno d’oggi, con i mezzi odierni, si fa lo stesso lavoro in mezza giornata.
Ad un certo punto dopo un po’ mi accorgo che c’è qualcosa che non torna nei dati a disposizione, per cui un giorno chiamo Ennio Poretti che lavorava all’Osservatorio di Merate… e gli dico: “Ennio guarda che c’è qualcosa che non torna nella IS Geminorum, perché secondo me, ha una variazione di luminosità davvero minima inferiore al decimo di magnitudine quindi all’interno del margine di errore delle stime visuali. Dagli uno sguardo col fotometro, che così ci possiamo rendere conto se la stima che ho fatto è giusta”. In questo modo non c’è scampo… infatti, fatta col fotometro non c’era nessuna variazione superiore al centesimo di luminosità

«E quindi, come è finita per questa stellina?»

«E così una stella che era stata già studiata e veniva considerata dall’universo mondo (noi compresi) una variabile, si è rivelata una stella non variabile e questa fu una cosa clamorosa. Ma attenzione!! Non l’avevo mica osservata solo io… da una decina d’anni l’avevamo osservata tutti, e tutti eravamo convinti che fosse variabile… avevamo migliaia di osservazioni visuali e veramente pensavamo davvero che questa stella fosse variabile… invece il risultato che avevo ottenuto io, ossia “NON variabile” era corretto e questa affermazione era stata confermata anche dal fotometro.
Per cui si era “toccata con mano” l’elevata affidabilità dei nostri sistemi di misurazione e calcolo… e qui mi sono preso una rivincita su quelli che ci consideravano dei maniaci stellari!!!»




«Ma allora se si considera non variabile… non la si osserva più?»

«No, ancora oggi la si osserva, perché è rimasto un residuo di sospetta variabilità.»

«Cioè?»

«Nel senso che le misure spettrali indicano che è una gigante rossa – arancione (magnitudine 5.7, tipo spettrale K2/4), con una velocità radiale… diciamo, ha una pulsazione, e questa è una cosa davvero singolare, e ti spiego: perché dovrebbe essere una stella ferma, tranquilla “quasi” come il nostro Sole… Ed ecco perché voglio incominciare di nuovo ad osservarla, perché magari potrebbe aver avuto un periodo di quiescenza per un po’ di anni e poi chissà, potrebbe tornare a pulsare, e sarebbe un risultato ancora più eclatante, l’abbiamo vista non variabile per tanti anni… ma vedremo i prossimi studi cosa ci diranno.»