Che fine faranno i nostri cieli bui?

E se i satelliti rovinassero per sempre il buio del nostro cielo?

Una sera mentre ero all’osservatorio, mi vedo sfrecciare una serie di luci nel cielo, in un primo momento ho pensato… ma tutta sta scia luminosa da dove arriva? E poi ci sono arrivata… era una costellazione; no, non di quelle di cui vi racconto sempre volentieri, ma si chiamano così i satelliti lanciati in orbita da Musk. E lì ho pensato… ma queste luci non rovineranno il buio del nostro cielo? La risposta l’ho ottenuta proprio in questi giorni…

Il 15 marzo 2023 SpaceX ha lanciato dalla base militare di Vandenberg, in California, altri 52 satelliti Starlink, in aggiunta agli oltre 4000 già immessi in orbita dal 2019 da questa società privata. Non è ancora chiaro quale sarà il numero totale: attualmente SpaceX prevede di utilizzarne circa 7500, ma probabilmente la quantità dipenderà dalle dimensioni dell’utenza del sistema Starlink, negli Stati Uniti e nel resto del nostro pianeta.

Ma tutti questi satelliti, stanno da qualche anno influenzando sia le osservazioni dei telescopi spaziali in orbita terrestre bassa, come per esempio l’Hubble Space Telescope (HST) della NASA/ESA, sia quelle eseguite dalla Terra.

Infatti, già alla fine del 2019 gli astronomi Clara Martínez-Vázquez e Cliff Johnson mentre osservavano col DECam, il telescopio di 4 metri Víctor M. Blanco dell’Osservatorio Interamericano Cerro Tololo (CTIO), avevano verificato la presenza su un’immagine con esposizione di 5 min, ben 19 tracce luminose causate dal passaggio di altrettanti satelliti. Successivi controlli hanno permesso agli autori di identificare i satelliti responsabili di questo disturbo, ossia i primi esemplari della costellazione Starlink. Oggi, nel 2023, il numero di questi satelliti è salito, ampliando maggiormente il problema per la comunità mondiale degli astronomi.


Starlink Satellites Imaged from CTIO
L’immagine con esposizione di 333 secondi, mostra almeno 19 striature che gli astronomi Clara Martínez-Vázquez e Cliff Johnson hanno dedotto essere dovute al secondo gruppo di satelliti Starlink lanciati da Musk. Questa sequenza è stata ottenuta nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2019, dalla telecamera all-sky CTIO. Credit: CTIO

Le scie dei satelliti infatti, attraversano rapidamente l’intero campo visivo (FoV) delle osservazioni e nella maggior parte dei casi, appaiono come linee rette, rovinando le riprese e rendendo necessarie osservazioni aggiuntive e attribuzione di tempi di osservazione più lunghi. 

I ricercatori si trovano quindi nella condizione del turista che vuole fotografare “Imperia”, la statua posta all’entrata del porto di Costanza, ma deve attendere il momento favorevole in cui poche persone si interpongono tra lui ed il monumento; le persone sono l’equivalente dei satelliti che disturbano e rovinano le riprese dei telescopi al suolo ed in orbita.

Per quanto riguarda il disturbo causato agli utenti dell’Hubble Space Telescope, già 37 anni fa i ricercatori M.M. Shara e M. D. Johnston avevano messo in guardia su questo aspetto, affermando: “… I satelliti terrestri artificiali attraverseranno i campi di vista degli strumenti scientifici operativi dell’HST con luminosità e frequenze spaventosamente elevate”.

L’HSTHubble Space Telescope. è quindi sensibile ad altri satelliti situati in orbite più alte che, a seconda dell’angolo di illuminazione solare, della posizione e del puntamento del telescopio, possono influenzare le osservazioni causando strisce luminose sulle immagini dell’HST; disturbando inoltre la funzionalità di puntamento svolta dai FGSFine Guidance Sensor, è uno strumento a bordo del telescopio spaziale Hubble, che fornisce informazioni di puntamento con alta precisione.. Ultima ma non meno grave preoccupazione è che tutti questi satelliti artificiali diventino prima o poi detriti spaziali, aumentando il potenziale rischio di collisione con il telescopio spaziale.

In anni più recenti, dal 2002 in avanti e sino al 2021, è stato avviato un progetto di ricerca del tipo “Citizen Science Hubble Asteroid Hunter”, basato anche sull’attività di volontari, per identificare il transito degli asteroidi ed al contempo, stimare la frequenza delle scie luminose attribuibili a satelliti. È stato quindi sviluppato innanzitutto un modello statistico e matematico del fenomeno e successivamente, sistemi di rilevazione e correzione automatizzata di questi disturbi presenti sulle immagini.

L’immagine seguente di Fabian Neyer, avente come soggetto, Messier 101, è stata ottenuta dall’autore sovrapponendo 155 immagini singole, per una esposizione totale di totale di 40 ore, e mostra un disturbo causato dal transito dei satelliti analogo a quello che otterrebbe lo HST in una posa di soli 10 minuti. 


I cieli bui rovinati Starlink satellites
L’immagine seguente di Fabian Neyer, avente come soggetto, Messier 101, è stata ottenuta dall’autore sovrapponendo 155 immagini singole, per una esposizione totale di totale di 40 ore, e mostra un disturbo causato dal transito dei satelliti analogo a quello che otterrebbe lo HST in una posa di soli 10 minuti. Credit: © Fabian Neyer

Negli ultimi mesi SpaceX ha mostrato la disponibilità a collaborare con la comunità astronomica internazionale, predisponendo piani osservativi che terranno conto dei transiti dei satelliti nel cielo. Possiamo sperare insieme agli astronomi che le cose vadano in questa direzione, ma sinceramente il problema non è tecnico ma politico, poiché Starlink è una risorsa essenziale e strategica per gli Stati Uniti che lo gestiscono. Inoltre la situazione diventerebbe ancora più complessa quando altri Paesi iniziassero ad utilizzare sistemi equivalenti a Starlink: le orbite basse sarebbero invase da decine di migliaia di satelliti, aumentando a dismisura il già grave problema attuale.

Fabio Falchi, del Light Pollution Science and Technology Institute (Istil) di Thiene di Vicenza, autore di uno degli studi che lanciano l’appello a difesa delle osservazioni astronomiche dice: “Le mega costellazioni satellitari che popolano l’orbita bassa terrestre, vengono lanciate senza nessun controllo preventivo di impatto ambientale: ci mettono semplicemente di fronte al fatto compiuto senza darci la possibilità di fare nulla”. Non farò commenti di nessun genere, le immagini secondo me parlano da sole. Alla prossima vota!!!