UFO, UAP… e specchi per allodole

Ma quali sono origine e scopo di questi specchi?

Nel mese di settembre 2023 la NASA ha pubblicato l’analisi svolta da un suo comitato di ricerca su 800 casi di fenomeni anomali non identificati, definiti con un nuovo acronimo anglosassone UAP ossia Unidentified Aerial Phenomena… devono pagare persone dotate di molta fantasia in America, che sfornano acronimi inutili a getto… Io comunque, forte dei miei ricordi d’infanzia legati alla vecchia serie televisiva britannica “UFO”, preferisco questo termine a quello moderno: UAP mi sembra il rumore che fanno le lattine di bibite quando vengono aperte, con uno “UAP!!!” e tante bollicine… assolutamente ridicolo.

In soldoni, e senza ripercorrere le dichiarazioni dei ricercatori appartenenti a questo comitato che chi è interessato può trovare ad esempio su phys.org, sul totale dei casi esaminati solamente una percentuale inferiore al 5% del totale esaminato risulta “inspiegabile”. E questa inspiegabilità è attribuita dal comitato alla qualità delle segnalazioni, il che li porta quindi a richiedere osservazioni di qualità più elevata: mi pare il cane che rincorre la propria coda…

Il comitato ha anche annunciato la pubblicazione di un nuovo rapporto d’indagine entro la fine dell’anno. Vedremo cosa conterrà questa loro produzione, se ci sarà davvero. Ne dubito un pochino, perchè negli States, in periodo di campagna elettorale, alcuni candidati promettono di svelare tutto su “dischi volanti e alieni”, salvo poi non farlo: l’ultima a prometterlo mi pare sia stata la Clinton, che ha avuto una buona scusa per non farlo sul serio perchè sconfitta da Trump nelle elezioni del 2016. Del resto, sono politici e notoriamente adottano concetti di veridicità elastici e spesso lontani da quelli dei comuni mortali.


Registrazione di un fenomeno anomalo da parte di un caccia americano. Credit: Pentagono, US.Navy

Ma ritorniamo alla notizia: che c’entrano allora le allodole? C’entrano oppure no, ma questa è la sensazione che mi è rimasta dopo aver letto gli articoli citati sopra. Personalmente, li vedo solo come luccicanti specchietti per volatili curiosi. Proverò a raccontarvi le mie idee al riguardo, citando anche eventi lontani nel tempo.

Un pò di storia.

Prima di esporvi il mio pensiero, inizierò col dire che, usando un altro detto popolare, non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole…

Ossia, questa non è la prima commissione a cui negli Stati Uniti viene assegnato a qualcuno il compito di fare luce su particolari fenomeni aerei, si tratti della U.S. Air Force, la NASA od ancora blasonati comitati scientifici.

Non sono leggende metropolitane, complottismi o “fake news”, come si usa dire oggigiorno quando qualche cosa non ci è gradito: è storia che è iniziata oltre mezzo secolo fa, fatta di eventi e persone reali, che arriva sino ad oggi. E presumibilmente, continuerà in futuro.

Cominciamo con il Project Blue Book, iniziato nel 1947: ricerca effettuata da personale militare e civile, durata circa 20 anni.

La sua storia la ritroviamo anche fantasiosamente raccontata in una recente produzione televisiva, ossia “Project Blue Book“, dove i produttori per interesse di botteghino hannno messo dentro di tutto, compreso un Von Braun che usa cavie umane per testare fantasmagorici veicoli spazio-temporali. Nella realtà storica, è grazie a lui che gli Stati Uniti sono arrivati per primi a posare il piede sulla Luna: magari ora lo hanno opportunamente dimenticato forse con un pò di imbarazzo, visto che mentre creava armi missilistiche per il proprio Paese, la Germania nazista, non era semoplicemente “Herr Professor”, ma un militare col grado di SturmbannführerQuesto grado, ossia maggiore delle SS naziste in cui militò per 12 anni, gli venne conferito per i meriti nella ideazione e costruzione del missile balistico V2 su ordine del Ministro dell’Interno del Reich nazista, Heinrich Himmler. Chissà come giudicherebbe tutta questa storia una delle molte vittime britanniche delle sue “creature”, le V2; magari il giudizio sarebbe analogo a quello dell’abitante di Hiroshima, di cui è rimasta solo l’ombra su un marciapiede riarso dalla sfera di fuoco nucleare, su OppenheimerJulius Robert Oppenheimer, direttore scientifico civile del progetto statunitense di costruzione dei primi modelli di bomba a fissione nucleare, utilizzati nei due bombardamenti sulle città giapponesi Hiroshima e Nagasaki..

Ho divagato un pò… torniamo al racconto sul Blue Book. Nella realtà che conosciamo, questo progetto, a cui ha partecipato un il fisico dell’atmosfera J.A. Hynek è arrivato ad una conclusione negativa, ossia gli UFO, e l’acronimo era stato sfornato da pochi anni, non esistono.
Bene. Non dovrebbe esserci altro da dire: se un indagine scientifica, compiuta da personale serio e qualificato, è arrivata a questa conclusione la questione dovrebbe finire li.

Invece non è finita li, e del resto ne stiamo parlando ancora anche oggi, oltre mezzo secolo dopo. Un altro “specchietto” comincia a brillare qualche anno prima della chiusura del progetto Blue Book, e questa volta si chiama più sobriamente “Rapporto Condon”, dal nome del fisico presidente del comitato di ricerca, E.J. Condon. Questo rapporto ha generato discussioni infinite, e questo magari era proprio il suo fine, tra i suoi sostenitori e detrattori. Anche questo studio, in cui vengono analizzati svariate centinaia di casi di “avvistamenti”, afferma infine che gli UFO non esistono. Eh si, negli anni ’60 – ’70, l’era dei Beatles e dei Pink Floyd, ancora così li chiamavano, pur dichiarandone l’inesistenza… erano fessi a quei tempi, mica furbi come al giorno d’oggi.

Quindi, per la seconda volta uno studio scientifico afferma che gli UFO sono fantasie.

Gli anni passano e la questione sull realtà o meno del fenomeno resta un “articolo di fede” per chi ci crede ed una “prova provata” scientificamente per chi non ci crede.

Ritorno al presente.

Ricapitolando: in passato due studi scientifici abbastanza noti, ed un certo numero di inchieste svolte da varie enti e commissioni civili e militari di varie nazionalità, asseriscono che fenomeni strani in cielo non ce ne sono. Chi li vede o sbaglia in buona fede o è un imbroglione ed un impostore dichiarato.


Registrazione di un fenomeno anomalo da parte di un caccia americano. Credit: Pentagono, US.Navy

Ed oggi, in questo anno domini 2023, un nuovo comitato della NASA afferma che una “piccola” percentuale di segnalazioni, proveniente da “professionisti del cielo” non risulta spiegabile e neppure confutabile.

Curiosamente, la NASA si è sempre tenuta “alla larga” da questa sorta di maelströmFenomeno vorticoso simile a un gorgo causato dalla maree che si riscontra in alcune località sulle coste del Mare del Nord. scientifico-culturale: chissà come mai adesso sono entrati anche loro nell’arena? Forse perchè va bene tutto ciò che si dice, purchè se ne parli? Oppure vogliono aumentare la propria visibilità mediatica? Magari, più semplicemente, non potevano evitarlo…

L’approccio di questo ultimo comitato privilegia le segnalazioni provenienti da piloti, principalmente militari, i cui velivoli dispongono di avanzati dispositivi elettro-ottici di avvistamento e attacco; il punto di vista seguito è quindi quello per cui ciò che afferma un pilota d’aereo militare, od in misura minore, civile sia più affidabile di quanto afferma eventualmente una persona qualunque, che non svolge questo lavoro. Ma allora? Il Blue Book ed il Rapporto Condon, erano un cumulo di sciocchezze, e tutti si sono sbagliati? Erano tutti incompetenti?

Forse oggi qualcuno sta facendo baluginare sotto gli occhi in questo modo un altro specchietto, il terzo in tre quarti di secolo. Per curiosa coincidenza, ne abbiamo in media uno all’incirca ogni 30 anni, o sotto una altro punto di vista, quasi uno per ogni generazione.

Forse si potrebbe dire che la tecnologia è molto più avanzata di quella di oltre mezzo secolo fa, e quindi il valore delle osservazioni attuali è maggiore di quello del passato; come al solito, il presente giudica il passato impietosamente, ritenendolo inutile: meno male che la Scienza, quella vera, non butta nello sciacquone della Storia il corpus di nozioni acqusite ad ogni generazione, altrimenti staremmo ancora a discutere se sia la Terra a girare attorno al Sole o viceversa…

Divagato ancora una volta… ritorniamo al valore delle osservazioni “UAP” odierne. Secondo me, il valore di certe segnlazioni del passato non è inferiore a quelle odierne, e come esempio di questa mia convinzione riassumo nel riquadro seguente un episodio emblematico, di cui fu protagonista nel corso di varie ore, l’intero equipaggio di un velivolo militare statunitense. L’anno era il 1957.


Anno 1957. Un velivolo da ricognizione RB-47, derivato dal bombardiere nucleare XB-47, sta compiendo un volo di addestramento notturno sul continente nord americano ed il Golfo del Messico. La missione di addestramento prevede esercitazioni di navigazione e delle armi difensive del velivolo, ed test degli impianti ECM installati a bordo; la presenza del sistema ECM richiede a bordo oltre al normale equipaggio di tre membri altri tre ufficiali che utilizano i nuovi sistemi elettronici. Quindi i testimoni sono in totale sei.

A tale riguardo, ai giorni nostri, gli attuali velivoli militari sono in grado di eseguire questi compiti mediante impianti controllati da sistemi computerizzati, che forniscono al pilota le informazioni raccolte da estese suite di rilevazione senza richiedere il controllo umano dei sistemi. Ma come dicevo prima, non per questo la testimonianza ha meno valore di una attuale.

Versione E del ricognitore RB-47
Un esemplare del ricognitore RB-47 E, riconoscibile dalla presenza nella parte anteriore di una sezione trasparente per gli apparati di ripresa fotografica. Credit: U.S. Air Force

L’avvistamento di quella che venne interpretata inizialmente dall’equipaggio come una “anomalia elettronica”, iniziò nell’ultima parte del volo di addestramento, ossia durante il test delle funzionalità ECM. Due dei tre apparati, controllati ognuno da una persona, rilevarono la presenza non tanto di un oggetto, trattandosi di dispositivi di rilevamento passivi che non emettono cioè nessuna onda elettromagnetica ma si limitano a riceverla, quanto di un segnale elettromagnetico interpretato inzialmente per le sue caratteristiche e la frequenza di lavoro di girca 3 GHz come un radar al suolo. Ma al passare del tempo, questo ipotetico radar si spostava insieme all’aereo, ad una velocità di mach 0.75 e ad una quota di circa 11 km. Inoltre subito prima del rilevamento ECM pilota e co-pilota videro una fonte luminosa in movimento molto veloce, in apparente rotta di collisione, che dopo aver cambiato rotta si spense, diventando subito dopo rilevabile come sorgente radar, nella posizione “a ore 2Posizione di un oggetto rispetto all’asse longitudinale di un velivolo, indicata mediante le ore di un orologio analogico a lancette, il cui quadrante sia perpendicolare a questo asse. Ore 2 indica una posizione, guardando verso la parte anteriore del velivolo, poco più in alto a destra rispetto all’osservatore.“.

Per quanto non visibile per quasi tutta la durata di questo episodio, tranne in alcuni brevi intervalli di tempo, sia i dispositivi ECM del RB-47 che il radar al suolo della base militare situata a Duncanville (Texas), continuarono a tracciare questo contatto; da notare che la strumentazione al suolo era un radar attivo, quindi un impianto emmettitore di onde elettromagnetiche che ottiene eco di ritorno. Da qualcosa in grado di interagire fisicamente nell’ambiente naturale.

L’equipaggio del ricognitore chiese ed ottenne l’autorizzzione ad inseguire l’oggetto, aumentando la velocità al massimo, ossia poco meno di 1000 km/h. Questo inseguimento terminò però quando l’aereo riuscì a “superare” il contatto ECM per un semplice motivo: il contatto si era fermato… A questo punto, avendo consumato troppo carburante nel tragitto effettuato a velocità massima, il pilota del RB-47 chiese ed ottenne il permesso di rientrare alla base di partenza, la AFB Forbes in Kansas.

Comunque, nonostante l’abbandono dell’inseeguimento, il contatto ECM continuò ad essere rilevato ormai in coda al velivolo ed anche dai radar al suolo sino alla sua definitiva scomparsa. L’episodio durò svariate ore, per un tragitto di quasi 1300 km. Durante questo “incontro”, il pilota ricordava, descrivendole nel suo rapporto, manovre improvvise e violente del contatto, quando occasionalmente si rendeva visibile come sorgente luminosa bianco – azzurra molto intensa; inoltre era apparentemente in grado di compiere un giro completo attorno all’asse longitudinale dell’aereo, ritornando quindi alla posizione iniziale, ossia a ore 2.

Versione H del ricognitore RB-47
Ricognitore RB-47 H, dotato di contenitore esterno per la strumentazione di rilevamento elettronica (ECM). Credit: U.S. Air Force

Come venne spiegato tutto questo dalla commissione Condon? Incontro dell’equipaggio con un volo di linea civile, anche se all’epoca, gli aerei civili non viaggiavano così veloci… Inoltre i piloti non videro mai le regolamentari luci di poszione rosso-verde di cui sono dotati tutti gli aerei, civili e militari.

Due mie considerazioni su questo episodio, circonstanziato da molte testimonianze di personale qualificato e da dati di fatto strumentali “fisici”.

La prima: gli apparati radar dell’epoca basati al suolo, che erano molto più potenti di quelli trasportati dagli aerei, avevano frequenze di lavoro inferiori al GHz, attestandosi nelle bande inferiori a 500 – 600 MHz. Radar funzionanti a frequenze di 1 GHz e superiori, verrano sviluppati ed utilizzati in ambito militare nei decenni successivi al 1957.

La seconda: come possiamo vedere con “profano” divertimento in film abbastanza inverosimili, come il recente “Top Gun 2”, i velivoli da attacco appartenenti alla “5a generazione”La tipologia attuale dei velivoli militari da attacco, caratterizzati da velocità supersoniche con basso consumo di carburante, doti invisibilità al radar, manegevolezza e integrazione del velivolo nelle reti di rilevamento e trasmissione dati digitali utilizzabili nello svolgimento delle missioni. Potranno in futuro inoltre controllare velivoli privi di pilota, ossia versioni avanzate degli attuali droni a pilotaggio remoto. sono in grado, utilizzando tecniche come la spinta vettoriale ed asimmetrica nei velivoli dotati di due propulsori, se non di “fermarsi” in volo di rallentare bruscamente la propria velocità. Un velivolo per così dire “normale” non potrebbe eseguire comunque manovre di questo tipo, che lo manderebbero in stalloPerdita di portanza del profilo alare, dovuto alla diminuzione di velocità dell’aereo. In queste condizioni, il velivolo diventa instabile ed incontrollabile e rischia di precipitare.; inoltre, le sollecitazioni anomale di manovre simili rischierebbero di danneggiare la cellula di un aereo non appartenente alla 5a generazione. Anche le manovre di rotazione di un aereo da combattimento attuale attorno ad un altro… saranno magari possibili ma non così semplici da effettuare come vediamo nella finzione cinematografica. Ma nel 1957 tutto questo era ancora nei sogni dei progettitisti degli aerei militari di quell’epoca.


Quindi, fenomeni in attesa di spiegazione ce ne sono, ma sembra che quelli attuali contino di più. Allora vediamone uno de-classificato e reso pubblico dal Pentagono, che ha anche messo online un sito con alcuni video dedicati all’argomento.



La ripresa è stata effettuata da un drone, modello General Atomics MQ-9 “Reaper”, in volo ad alta quota su una località imprecisata del Medio Oriente nel 2022.
Che cosa vediamo? Una zona urbana, all’apparenza rurale, con alcuni edifici e persone che camminano a piedi su stradicciole non ben definite e che non sembrano neppure asfaltate. La scena inquadrata dal velivolo cambia, perchè la sua telecamera si muove, avendo iniziato ad inseguire qualche cosa. Ho avuto inizialmente difficoltà a vedere questo “qualche cosa” poi facendo avanzare il video un passo alla volta ho visto l’UAP. Anzi, visto che qui sembra di vedere una forma sferica con i riflessi tipici del metallo illuminato dalla luce solare questo sarebbe un vero e proprio UFO, ossia un oggetto volante non identificato.

Bene, quindi abbiamo finalmente una prova moderna registrata nel dominio ottico di un UFO? Diciamo pure di si, ma facciamo qualche ulteriore considerazione.

Così, per amore di discussione, mi domando cosa stava combinando da quelle parti il “Mietitore”, visto che si tratta di un velivolo da attacco al suolo, un “hunter – killer” utilizzato spesso dalle forze armate statunitensi per attacchi di precisione. Se comunque quel giorno stava compiendo un’operazione di questo tipo, l’UFO lo ha per così dire distratto: almeno momentaneamente, e comunque non sappiamo cosa abbia fatto dopo aver perso la “palla” nel video.

Allora, il nostro “uccellaccio” è stato distratto. Da cosa? Sembra un oggetto fisico, una sfera od un elissoide dall’apparenza metallica e contorni abbastanza ben definiti. Questo indica che la sua quota non era elevata, altrimenti la telecamera che osservava oggetti e persone al suolo lo avrebbe visto non a fuoco, per il comune problema della profondità di campo dei sistemi ottici. Appare anche andare abbastanza veloce, rispetto agli oggetti sullo sfondo.

La cosa che però mi causa perplessità è che non pare che le persone che vengono sorvolate dall’oggetto se ne accorgano: non fanno neppure caso al drone statunitense, ma il “Reaper”, come detto sopra, vola probabilmente più in alto e per questo non è visibile da chi è al suolo.

Quindi cos’è? Un drone anche questo? Fabbricato da chi e dove? E chi lo controlla? E li, che ci faceva, anche lui? Domande senza risposta. Che però possono essere definite un pò meglio pensando che le tecnologie militari non ancora divulgate, per ammissione di chi si occupa di ricerca in questo ambito, sopravanzano di almeno una quindicina d’anni quelle che conosciamo. Magari tra qualche anno i droni saranno delle “palle” fluttuanti qua e la che i poveri mortali con la vista normale, non quella di Superman per intenderci, non potranno vedere.

Questa potrebbe essere una spiegazione degli “specchi per allodole” da cui il titolo di questo articolo: nascondere tecnologie militari avanzate e già in uso, attribuendole ad una classe di eventi inspiegabili o quasi, come gli UAP-UFO.

Ma nascondendole in piena vista per così dire, ed utilizzandole per fare un test tecnico sul comportamento in condizioni operative, verificando come e se vengono individuati dai mezzi militari attuali.

Allo stesso tempo, magari vengono usati per effettuare anche un test psicologico sul personale militare, che in questo caso è il controllore remoto del drone, improvvisamente posto di fronte ad un fenomeno anomalo durante lo svolgimento di una missione, che potrebbe confonderlo. E la confusione e l’indecisione in guerra può essere fatale.

Ed infine, si manda anche un “messaggio” ad un potenziale avversario, permettendogli di avere una fugace visione di avanzate tecnologie: si dice cioè tra le righe “io ho questo: e tu, ce l’hai?”.
Tutti specchietti quindi? Come nei trucchi di magia, attirare l’attenzione dello spettatore lontano dal punto in cui si esegue il trucco magico?

Io credo che in definitiva di questo si tratti. E la risposta al quesito iniziale sarebbe che si, sono effettivamente specchi per allodole, di origine terrestre.

Un’ultima considerazione: sarebbe a mio avviso un esercizio mentale basato solo su speculazioni ancor meno dimostrabili e credibili di quelle precedenti, parlare di una tipologia diversa di specchietti, ossia di specchi “alieni”…

Bibliografia

UFO: cosa impareremo dal panel della NASA che indaga sugli avvistamenti

J.E. McDonald, Gli UFO e la scienza, Editore Fanucci, 1976