Sul Paranal gli astronomi catturano polpi giganti col VST…

La Nebulosa delle Vele o Gum 16 vista dal VST

Oggi vi propongo di fare un test di  Rorschach, perché in questa intricata e bellissima immagine, ognuno di voi potrà vederci ciò che gli sembrerà più opportuno,  un drago? Un fantasma?… Oppure un polpo gigante che vuole uscire da un immaginario “oceano” cosmico?

Partiamo per un incredibile viaggio? E più precisamente… vi accompagnerò nella nebulosa delle Vele o Gum 16, il cui nome deriva dalla costellazione australe a cui appartiene; distante dalla Terra circa 800 anni luce, o se volete 250 parsec. Pensate, ha una estensione apparente di 480 primi d’arco, ossia la bellezza di ben 10 volte la superficie della Luna piena in cielo.


The Vela supernova con OmegaCAM, VLT, ESO
L’immagine è un mosaico di osservazioni eseguite dalla fotocamera OmegaCAM, e mostra quello che rimane della stella massiccia dopo la sua deflagrazione, la rappresentazione è davvero spettacolare. Credit: ESO/VPHAS+ team. Acknowledgement: Cambridge Astronomical Survey Unit

L’immagine precedente è stata ripresa al Paranal (Cile), dove opera il VLT Survey Telescope (VST). Osservate i “tentacoli del polpo”: i filamenti rosa danno l’impressione che un essere enorme stia proprio per sbucare dalla “rete” arancione che lo sta per catturare. I brillanti filamenti sono però, la conclusione finale della vita di una stella: sì, potete credermi o no, ma è proprio così. Questa stella massiccia più o meno 12.000 anni fa ha terminato la sua longeva vita in maniera spettacolare, con una grandissima esplosione, dove oltre all’intensa emissione di calore e luce, avvennero reazioni nucleari particolari con la creazione di elementi chimici pesanti più del ferroA differenza delle reazioni nucleari che nei nuclei stellari producono energia (esotermiche), queste invece ne richiedono una elevata quantità per produrre elementi pesanti più del ferro(endotermiche).

La luce dell’esplosione della supernova che ha creato il resto di Vela, che vediamo nell’immagine di apertura, ha raggiunto la Terra circa 11.000 anni fa. Oltre ai filamenti di gas incandescenti, la catastrofe cosmica ha lasciato dietro di sé un nucleo stellare incredibilmente denso, la pulsar Vela, che ruota sul proprio asse a una grandissima velocità, oltre 10 giri al secondo. Tutte le strutture sono probabilmente incorporate in una porzione di supernova più grande e più antica, la Nebulosa Gum. Gli oggetti identificati in questo ampio mosaico comprendono nebulose a emissione e riflessione, ammassi stellari e la straordinaria Nebulosa Matita.

La deflagrazione fu così enorme che l’onda d’urto comprimendo e attraversando il gas circostante, ha prodotto queste complicate e aggrovigliate strutture, simili a reti e tentacoli policromatici. Sì stima che la magnitudine apparente durante l’esplosione abbia raggiunto il valore -9, che la rese visibile anche di giorno.

Con l’immagine presa dal VST, che ha a sua disposizione 554 milioni di pixel, si è ottenuta una rappresentazione molto chiara di questo resto di supernova; si possono notare molto bene gli strati più esterni della stella progenitrice, che sono stati espulsi nel gas circostante producendo spettacolari filamenti.

Le immagini qui mostrate sono mosaici di osservazioni fatte da una telecamera ad ampio campo chiamata OmegaCAM installata sul VST; questa telecamera da 268 megapixel, può prendere immagini attraverso differenti filtri, che permettono di separare la luce nei diversi colori. In questa particolare immagine sono stati utilizzati quattro filtri, qui rappresentati da una combinazione di magenta, blu, verde e rosso.


VLT Survey Telescope, mosaico costruzione immagine finale.
Queste immagini mostrano i vari passaggi, dai dati grezzi catturati da un telescopio a una straordinaria immagine astronomica come quella presentata qui, che mostra il resto di supernova delle Vele visto dal VST (VLT Survey Telescope). Credit: ESO/M Kornmesser, VPHAS+ team. Acknowledgement: Cambridge Astronomical Survey Unit.