Le astronome nascoste sotto la polvere stellare

Perché di queste donne astronome si parla poco?

Eccovi!!! Oggi però non andremo nel profondo Universo, ma resteremo sulla Terra… vi sento brontolare ma vi dico subito che oggi vi voglio raccontare una storia che finalmente mi sono decisa a scrivere. Sinceramente pensavo che il mondo dell’astronomia fosse una nicchia comoda e coccolosa, dove c’era un posto per tutte e tutti, invece mi sono accorta che non è proprio così, anche qui si facevano grandi maneggiamenti per non riconoscere a “Cesare quello che era di Cesare”, ed in questo caso alle donne quello che era loro; è per questo che oggi vi voglio parlare delle splendide donne che a distanza di secoli sono ancora poco conosciute. Ma che anche loro come i loro colleghi uomini scrutavano il cielo attentamente ogni notte per osservare il misterioso universo.

Per cui credo che ci voglia un posto davvero speciale… le vorrei invitare tutte ad un grande galà pieno di glitter che simulano la miriade di stelle in cielo… me lo concedete?… Non sento nessun segno di disapprovazione, per cui procedo… Ora… ci vuole un bel rullo di tamburi… e…

Signore e signori ecco a voi le DONNE CHE HANNO FATTO L’ASTRONOMIA

Dovete sapere che la primissima donna astronoma di cui si conosca il nome era una greca: Aglaonice viveva a Lamia che poi diventò la Tessaglia, apparentemente vissuta tra il II e il I secolo a.C.. Con il fatto che era in grado di prevedere le eclissi, la trattarono da strega e come al solito…

“Dicono, che una certa Aglaonice, figlia di Egamone Tessaliense, stava osservando sul Monte Ossa la Luna, dalla quale tirava poscia i suoi pronostici per le cose avvenire, e che essendo veduta da varie femmine ignoranti, fu da esse accusata, come se tentasse di far cadere dal Cielo la Luna, e perciò venne precipitata dal suddetto monte.” (Giuseppe Ricchino Malatesta, Corpus omnium veterum poetarum Latinorum cum eorundem italica versione, 1752, p. 384)


Cretere Aglaonice
L’immagine mostra la porzione della Luna nord-occidentale chiamata Lavinia Planitia, dove si osservano tre crateri: Al centro Howe,Cratere con un diametro di 37 Km circa. in alto a sinistra c’è DanilovaCratere con un diametro di 48 Km circa. ed il alto a destra troviamo Aglaonice.Cratere con un diametro di 63 Km circa. Credit: NASA JPL

Così… o per la pretesa di essere chiamata maga; o perché assumeva dei comportamenti non compatibili al tempo con l’ideologia femminile, venne castigata dagli dei per la sua temerarietà e fatta soffrire quindi di molte sventure…. ed ecco come finì la nostra prima astronoma… ma dalle mie ricerche ho scoperto che le è stato dedicato un cratere di Venere… almeno questo!!!

La nostra seconda eroina… dico così perché in fondo in fondo era davvero dura fare la donna astronoma… per cui dicevo, la nostra seconda eroina è Hypatía di Alessandria d’Egitto 355-415, era stata istruita dal padre nella matematica, nella filosofia e nell’astronomia, persino FilostorgioStorico della Chiesa, ma anche un appassionato se non un esperto, di astronomia e di astrologia. la descrive così: “Fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l’aveva introdotta, ma non senza altezza d’animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche”. Così grazie alle sue capacità Hypatía divenne una grande maestra, tanto più che Socrate Scolastico diceva di lei che ad Alessandria era l’unica erede del platonismo interpretato da Plotino.


Hypatia portrait
Ecco un disegno di Jules Maurice Gaspard del 1908 che riproduce Hypatia di Alessandria. Credit: Jules Maurice Gaspard

Nonostante tutto questo… Hypatia venne assassinata, anche lei come strega… non ci si può credere, ma è così!!!

Ed è solo dopo molti secoli che appare la nostra terza bella astronoma e più precisamente siamo in Svezia che all’epoca dei fatti era sotto il Regno di Danimarca; 1959 Knudstrup nasce Sophia Brahe, sorella dell’astronomo Tycho Brahe; fu proprio il fratello ad istruirla in chimica e orticoltura, ma non in astronomia, perché anche allora… diciamo che non era da donne. Ma siccome era una ragazza davvero in gamba, iniziò a farsi una cultura da sola, per cui incominciò a leggere libri scientifici in tedesco, in latino e persino i libri proibiti di astronomia. E mentre la sua famiglia non era per nulla contenta degli studi scientifici dei due fratelli Tycho e Sophiadovete considerare che all’epoca questa materia era considerata un’occupazione poco adatta a dei nobili, e se questo veniva tollerato a malapena per un uomo, era assolutamente inammissibile per una donna., i ragazzi continuavano imperterriti nei loro entusiasmanti studi.

Ma Sophie, perseverò, e Tycho era orgogliosissimo di sua sorella, tanto che la chiamava il suo “animus invictus”… finalmente un fratello che crede nelle doti della sorella!!! Così Sophie divenne assistente di Tycho quando era ancora adolescente. Infatti, già nel dicembre 1573, quando aveva soltanto 14 anni, i due osservarono assieme un’eclisse di Luna e scoprirono che le correzioni apportate da Tycho alle tavole pruteniche, elaborate nel 1551 dall’astronomo Erasmus Reihold, per predire quando il fenomeno si sarebbe verificato esattamente, erano ancora migliori di quanto Tycho avesse sperato. I due osservarono l’eclisse da Herrevad, non lontano da Knudstrup, con un bellissimo nuovo quadrante, una vera creazione artistica, in ottone dorato, costruito su ordinazione da specialisti di Copenaghen. Gli anni passarono e Sophie divenne molto esperta in astrologia giudiziariaConcerne quella branca dell’astrologia specificamente rivolta alla divinazione e alla predizione del futuro, a differenza della cosiddetta «astrologia naturale». e una bravissima orticultrice, continuò gli studi di chimica e intraprese quelli di medicina, seguendo la dottrina di Paracelso. Si narra che i giardini da lei creati ad Ericksolm la sua casa, fossero davvero magnifici.


Sophie Brahe
L’immagine mostra un dipinto raffigurante Sophie Brahe 1602. Credit: Anonimo

A partire dal 1589 Sophie riprese ad assistere Tycho, recandosi più volte a Hven, dove il fratello aveva eretto i leggendari osservatori di UraniborgCastello celeste. e StjerneborgCastello delle stelle., con i fondi che la munificenza del re di Danimarca Federico II gli aveva messo a disposizione.

Con le regolari osservazioni sulla posizione delle stelle fisse e dei pianeti tramite sestanti, quadranti e altri strumenti, poiché il telescopio non è stato ancora inventato; i due fratelli redigono insieme un catalogo di oltre mille stelle fisse, con una precisione inimmaginabile per quei tempi. E da cui Tyco partì per riformare l’astronomia.

Sophie visse fino al 1643 nel castello di Helsingør, dove trapassò naturalmente alla veneranda età di 84 anni.


Helsingør Castle
L’immagine mostra il castello di Helsingør dove visse Sophia negli ultimi anni della sua vita. Credit: Paola Rebecchi

Constellation globe
L’immagine mostra il globo delle costellazioni dello zodiaco all’interno del castello di Helsingør. Credit: Paola Rebecchi

E questo al momento è tutto…ma ci ritroveremo presto con le prossime storie!!!