Boote

La più grande ed estesa costellazione, Boote: bovaro e guadiano del nord


Boote
Bootes – Boo
(credit: l’Astronomia, 1983)

É una delle più antiche costellazioni ed occupa 907 gradi quadrati’, molto estesa in declinazione, da +8° e +55°. La 𝛂 è la stella di prima grandezza Arturo, di colore arancione di magnitudine -0,06, una delle più brillanti del cielo e distante da noi meno di 40 anni luce; è posta sul prolungamento dell’arco che segna il timone del carro dell’Orsa Maggiore.
Forma, con altre cinque stelle di terza e quarta magnitudine, il caratteristico aquilone, di cui rappresenta l’estremità posteriore, dalla quale si dipartono i due festoni.
Ollre ad Arturo altre stelle hanno nomi propri:

  • 𝛽 è Nekbar, il guardiano dei buoi
  • 𝛾 è Seginus o Harts, ovvero il guardiano del nord
  • 𝜀 è lzar (la cintura) o Mirak (il grembiule)
  • 𝜂 è Muphrid
  • 𝜇 è Alkalurops (sul recinto dei pastori).

Di caratteristico c’è pure il triangolo, all’estremo nord-ovest, vicino al precitato timone del carro, formato dalle stelle theta, iota kappa e a sud, la lambda.

Mitologia

Abbiamo preferito chiamare la costellazione col nome di Boote, perche il suo significato è controverso e variamente interpretabile. Troviamo infatti i nomi di pastore, guardiano di mandrie, bovaro, bifolco e contadino: Virgilio lo cita infatti a proposito del lavoro nei campi. Tutti questi nomi si riallacciano forse alle prime tribù nomadi, che guidavano i loro animali attraverso le varie regioni. Per i latini, Boote era il custode dei “septem triones”, cioè dei sette buoi, le sette stelle del nord, mentre per i greci era il guardiano dell’Orsa. Ancora nel Medio Evo era raffigurato variamente come un guardiano, un contadino con la falce e le messi, un cacciatore con al guinzaglio i cani da caccia, introdotti all’occorrenza. E per la mitologia dell’antica Grecia legata alla costellazione di Boote, ecco un altro racconto di Paola Rebecchi.


Il legame tra l’Orsa Maggiore e Boote

Oggi vi parlerò della costellazione di Riv-bot-san, ma come… non vi ricordate il sumero??…. Va bene, va bene… ve lo traduco io, significa, l’uomo che guida il grande carro. Ora, vi ricordate di Callisto??? Giustissimo, la ninfa che venne tramutata in orsa e che venne uccisa da suo figlio per sbaglio, in una battuta di caccia…. e che poi Zeus dopo aver litigato con Era per questioni loro, la tramutò nella Costellazione dell’Orsa Maggiore… bravissimi!!!! Ecco oggi parliamo di Arcade… (il figlio di Callisto)… diciamo che non era molto fortunato sto ragazzo!!! Un giorno Arcade era a pranzo dal Nonno Licaone (re di Arcadia) e ad un certo punto qualcuno bussò alla porta del palazzo. Era un contadino che chiedeva un po’ di cibo. Quando Licaone vide lo sconosciuto, gli sembrò di riconoscerlo:«mi sembra di averlo già visto…. sembra… Zeus travestito…» Così per accertarsi se il suo ospite era proprio Zeus il dio del tuono e padre di Arcade… fece portare il nipote in cucina, lo fece uccidere e lo fece cucinare… (questi greci non erano tanto normali). Comunque… venne servito un piatto di carne enorme, e Zeus appena ne assaggiò un pezzettino capì immediatamente di aver mangiato suo figlio!!!! La sua ira fu pazzesca, prese Licaone e lo fulminò, e poi fulminò anche i 49 figli che aveva, se ne salvò 1 solo Nittimo, grazie all’intercessione di Gea. infatti fu lui a succedere al padre e a diventare il nuovo re di Arcadia. Ma il nostro povero Arcade?? Ve ne siete già dimenticati?? Suo padre Zeus mise tutti i pezzettini insieme e lo resuscitò, così dopo la morte di Nittimo fu lui il nuovo re di Arcadia, fu un re buono, fece coltivare i campi e insegnò ai sudditi come fare il pane, a filare e a cucire. Alla sua morte, il padre Zeus gli diede un posto nel cielo vicino a sua madre Callisto.


Oggetti notevoli

Un discorso a parte merita anzitutto Arturo: il nome stesso deriva dal greco e significa “guardiano dell’Orsa”. È la quarta stella più brillante del cielo, una gigante arancione il cui diametro è dell’ordine di 25 volte quello del nostro Sole ed è posta a circa 37 anni luce da noi. Anche per la sua vicinanza ha, dopo l’alfa del Centauro, il piu grande moto proprio tra le stelle brillanti: 2″.29 all’anno, in direzione sud-ovest. Esso fu scoperto da Halley nel 1717, quando confrontò le posizioni di Sirio, Arturo ed Aldebaran, da lui misurate, con quelle date da Ipparco nel 127 a.C.
Questo è ovviamente soltanto lo spostamento angolare perpendicolare alla nostra visuale: Arturo ha una velocità spaziale di circa 145 km/s, in direzione della costellazione della Vergine. Nel suo moto si avvicina a noi, ma di poco; cosicché raggiungerà una minima distanza per poi allontanarsi decisamente (nell’emisfero australe) indebolendosi sempre più. Il fatto notevole è che Arturo è una stella di popolazione Il, ossia è un membro della famiglia delle stelle dell’alone sferoidale che circonda la Galassia; ciò spiega il suo grande moto apparente, che avviene per di più lungo un’orbita fortemente inclinata sul piano galattico. Anche Nekkar (β Boo) è una stella particolare: è una gigante gialla, di magnitudine di 3.50, e nonostante questo brilla 190 volte più del Sole. La sua distanza da noi è di 220 anni luce. Nekkar sembra pronta a diventare una gigante rossa molto più grande e luminosa. Su questa stella nel 1993 il satellite ROSAT (che era un satellite tedesco inviato nello spazio per scandagliare l’universo nei raggi x) rilevò un flare, ossia una violenta eruzione di materiale analoga alle emissioni coronali del nostro Sole; questo fenomeno durò più di dieci minuti, una particolarità non comune a queste stelle

Stelle doppie

1 (13h 38.8m; +20° 12′) le due componenti, di sesta e di nona grandezza, sono separate di 4″.6.
Σ 1785 (13h 46.8m; +27° 14′) la coppia, composta da due stelle di magnitudini 7.6 e 8.0 entrambe arancioni, è in moto orbitale col periodo di 155 anni. Ora la separazione (anno 1984) è di 3″4; si individua tra le stelle numero 3 e 9. È a 35 anni luce da noi.
𝛕 (13h 44.9m; +17° 42′) è una coppia piuttosto difficile, perché composta dalla primaria, di color giallastro e di magnitudine 4.5 e da una stellina rossa, di undicesima, a soli 5″.4.
Σ 1793 (13h 56.8m; +26° 4′) è una bella coppia fissa, composta da due stelle di magnitudine .7.4 e 8.4 separate di 4″.7.
𝟆 (14h 11.7m, +52° 1′) bella e brillante coppia, composta da due stelle bianche, di magnitudini 4.6 e 6.8, a 13″.3 di separazione.
𝝸 (14h 14.4m; +51° 36′) è una coppia larga: le due componenti, bianche, di magnitudini 4.8 e 8.3 sono a quasi 39″ l’una dall’altra.
Σ 1835 (14h 20.9m; +8° 40′) è un’altra bella coppia brillante, ai confini con la Vergine, composta da una stella di magnitudine 5.1 mentre l’altra, a 6″.2 di distanza, ha magnitudine 6.8. Questa è a sua volta una binaria molto stretta.
Σ 1838 (14h 21.6m; +11° 28′) si trova a meno di tre gradi a nord della precedente; è composta da due stelle uguali, di settima magnitudine, a 9″ di distanza.
Σ 1850 (14h 26.4m; +28° 31′) le componenti bianche, poco diverse tra loro (magnitudini 6.9 e 7.4) sono separate di 25″.5.
𝛄 (14h 30.1m; +38° 32′) è un sistema a 120 anni luce ed è composto da una primaria di magnitudine 3.1 (variabile, ma di soli pochi centesimi di magnitudine) e da una secondaria, di magnitudine 12.5 a 34″ di distanza. La doppia è ottica.
𝞹 (14h 38.4m; + 16° 38′) le componenti, bianche, di magnitudini 4.9 e 5.8, sono separate di 5″.(6.
𝜻 (14h 38.8m; + 13° 57′) è una binaria alquanto difficile, composta da due stelle giganti bianche quasi uguali (magnituduni 4.5 e 5), in moto orbitale con un periodo di 123 anni. La separazione è adesso (anno 1984) di 1″.1 L’orbita è fortemente eccentrica. A 99″ appare una debole compagna di decima.
𝞊 (14h 42.8m; + 27° 17′) è Izar, la “più bella” una delle doppie rneravigliose, come Albireo, tanto che Struve la chiamò “duplex pulcherrima”. La primaria, di magnitudine 2.5, è una gigante arancione mentre la compagna bianca, di rnagnitudine 5.0, è a 2″.9. È quindi un po’ difficile ma vale la pena di osservarla; sitrova a circa 200 anni luce dalla Terra.
Σ 1884 (14h 46.2m; +24° 34′) le stelle, giallastre di magnitudini 6.4 e 7.5, sono separate di 1″.9.
39 (14h 48.0; +48° 53′) bella coppia composta da due stelle di magnitudini 6.2 e 6.7 a 3″.2 di distanza.
𝝃 (14h 4m; +19° 18′) é un’altra binaria ben nota, in moto orbitale, scoperta da W. Herschel neí 1780. È tra le doppie più vicine a noi, a 22 anni luce. Il periodo è di 151.6 anni e le due stelle (la primaria gialla di magnitudine 4.7 e la compagna arancione di magnitudire 6.8) sono ora (anno 1984) quasi a! massimo della separazione, sui 7″.
44 𝝸 (15h 2.2m; +47° 51′) questa stella é molto interessante, sebbene purtroppo ora la separazione delle componenti sia di soli 1″.1. Il sistema è in moto orbitale, con un periodo 225 anni, e l’orbita relativa è molto allungata e fortemente inclinata rispetto al piano norrnale alla visuale. La primaria, e una stella gialla, simile al nostro Sole, di magnitudìne 5.; la secondaria, magnitudine 6.2 è una binaria molto stretta. che presenta eclissi in un periodo di sole sei ore e mezza. É una stella del tipo W Ursae Maioris, composta da due stelle pure simili al nostro Sole.
Σ 1910 (15h 5.2m; +9° 25′) bella coppia di due stelle gialle con magnitudini 7.4 e 7.6, separate di 4″.3. 𝜹 𝜹 (15h 13.5m; +33° 30′) è una coppia piuttosto larga, la primaria è una gigante giallo-arancione di magnitudine 3.5. La secondaria di settima, e simile al nostro Soie e accompagna l’altra a 105″.
𝜇 (15h 22.6m; +37° 33′) é una coppia simile alla precedente: la primaria è di magnitudine 4.3 e la sedondaria, simile al nostro Sole é di 6.5. Si spostano assieme, alla distanza dì 108. Però la secondaria é pure binaria, più stretta, in moto orbitale con un periodo di circa 260 anni. Le due componenti hanno magnitudini 7.0 e 7.6 ed ora hanno una separazione di 2″.1.

Stelle variabili

Anche Arturo è sospettato essere una variabile, sia di corto che di lungo periodo. Le uniche variabili comunque accertate e degne di nota, oltre alla già citata 44 𝝸, sono:
V (14h 27.7m; +39° 5′) e una semi regoíare rossa, che vana tra le macitudini 7.0 e 11.3 in 258 giorni. Si riconosce facilmente a nord-ovest della gamma.
R (14h 35.0m; +26° 57′) e una variabile rossa tipo Mira e vana tra 6.7 e 12.8 in 223 giorni. Si trova ad ovest della epsilon.
RY (14h 47.5m; +23° 14′) la classe di variazione è Incerta, oscilla tra le magnitudini 7.0 e 7.4.

Ammassi e nebulose

NGC 5248 (13h 31.5m; +9° 8′) galassia a spirale, bella nelle foto, di magnitudine totale 9.9. Le dimensioni sono 3′.2 x 1′.4. È piuttosto debole: si intravede un centro ovale che sfuma verso i bordi.
NGC 5466 (14h 3.2m; +28° 46′) ammasso globulare di magnitudine totale 9.2 e diametro 5′. È uno dei meno addensati e io si trova 20′ ad ovest di una stella giallastra di magnitudine 7.0.
NGC 5660 (14h 28.1m; +49° 50′) galassia spirale di magnitudine 12.3 e dimensioni 7′.2 x 2′.2. Si trova, come la seguente, tra la stella numero 24, di magnitudine 5.3, ed un’altra di 5.9.
NGC 5676 (14h 31.0m; +49° 41′) questa galassia a spirale è a 20′ dalla stella dì magnitudine 5.9 sopra citata. Le sue dimensioni sono 3′ x 1′.5.