Astrofotografia itinerante con zaino in spalla

Gli splendidi cieli bui delle valli Ticinesi e l’astrofotografia itinerante

Osservare oggetti del cosmo invisibili ad occhio nudo attraverso un telescopio e poterli addirittura fotografare in tutto il loro splendore è un’esperienza che chi la prova difficilmente resta deluso. Un’attività di questo tipo si vive a pieno se svolta in un luogo remoto dove migliaia di stelle, e non decine come in città, sono visibili al solo sguardo.

L’astrofotografia con telescopio è fortunatamente diventata accessibile a molte persone negli ultimi anni. Ciò nonostante, normalmente necessita di corrente elettrica e attrezzature che facilmente raggiungono una massa totale di varie decine di chili. Se escludiamo le esperienze in osservatori remoti fissi, l’ingombro degli apparecchi e il lungo tempo di preparazione per finalmente scattare buone fotografie possono entrare in contrasto con lo scopo di quella che potrebbe essere un’esperienza in libertà nella natura a contemplare ciò che ci sta intorno. Come fare dunque per farci un’idea di quello che davvero si nasconde nel cielo, nel bel mezzo del nulla, senza cavi e pesanti telescopi?

Questo articolo spiega come con pochi strumenti piccoli e leggeri si possano fotografare moltissimi oggetti del cielo profondo con un settaggio degli apparecchi di pochi minuti. Lo scopo di tale setup è permettere all’astronomo/fotografo di farsi una bella gita in un luogo isolato con tutto ciò che serve in uno zaino per tornare a casa con un ricordo di qualità.

Preparazione

Bisogna pianificare di andare in un luogo esente da inquinamento luminoso che sia quanto più piano e senza alberi per permettere la maggiore vista possibile. Varie valli del Canton Ticino offrono luoghi eccezionali per la loro qualità del cielo, esistono mappe in internet che mostrano le zone con meno inquinamento luminoso e dunque più adatte all’astrofotografia. Libri e applicazioni possono aiutare per capire quali oggetti sono visibili a dipendenza del periodo dell’anno. Si consiglia di fotografare oggetti in alto nel cielo e non all’orizzonte.

Nelle seguenti immagini viene illustrato il materiale necessario per fotografare senza telescopio:


Materiale, Mattia Conte
L’immagine mostra il materiale che si usa per l’astrofotografia. Credit: Mattia Conte

Olympus Digital Camera, Mattia Conte
L’immagine mostra l’Olympus Digital Camera. Credit: Mattia Conte

Come si può vedere il tutto consiste in fotocamera, obiettivo, treppiede, inseguitore stellare, intervallometro.

Si può usare sia una normale fotocamera che una provvista di filtro modificato. Le fotocamere digitali modificate hanno il vantaggio di permettere al segnale Hα (656nm) di essere percepito maggiormente dal sensore. Il risultato è un risalto delle nebulose rosse nel cielo che emettono idrogeno.

Per quanto riguarda l’obiettivo si è limitati con la lunghezza focale che non dovrebbe superare i 200/300mm per poter svolgere pose a lunga esposizione senza necessità di guida. L’inseguitore infine dovrà essere allineato con la stella polare sul posto tramite un cannocchiale polare integrato nel dispositivo. Come per le montature dei telescopi, L’allineamento dell’inseguitore permette alla fotocamera di seguire il movimento delle stelle e quindi di effettuare lunghe esposizioni senza che si formino tracce stellari.

Svolgimento fotografie

Come per la fotografia diurna, le impostazioni di base della fotocamera devono essere configurate:

⦁ Tempo di posa

L’esposizione massima possibile dipende dalla lunghezza focale dell’obiettivo e delle prove per evitare le tracce stellari sono necessarie sul posto. Con un setup simile a quello illustrato e un buon allineamento polare si può arrivare ad esposizioni di circa 5 minuti per una lunghezza focale di 50mm e circa 3 minuti per 100mm.

⦁ Guadagno

Il guadagno della fotocamera (ISO) deve anche essere configurato sul posto verificando con l’aiuto dell’istogramma che l’immagine sia correttamente esposta. Per normali fotocamere digitali il valore consigliato è tra 400 e 6400.

⦁ Apertura del diaframma

L’obbiettivo deve essere il più aperto possibile per permettere a più segnale di essere captato. A dipendenza delle lenti utilizzate è però consigliato di chiudere di un paio di passi il diaframma per ottenere stelle ben definite in tutta la zona fotografata.

Una volta impostata, la fotocamera dovrà catturare più esposizioni possibili che andranno sovrapposte e processate in fase di post-produzione.

Post produzione esempi ⦁ Nebulosa NGC7000


NGC7000_HaRGB, Mattia Conte
l’immagine mostra la NGC 7000, detta anche Nebulosa Nord America. Credit: Mattia Conte

La foto presentata è un’immagine della nebulosa NGC7000, uno degli oggetti più facili da fotografare in estate nell’emisfero settentrionale poiché grande, spesso alto nel cielo e molto luminoso. Essendo una nebulosa a emissione, delle esposizioni con un filtro a banda stretta Hα sono state integrate nel canale rosso della fotografia a colori in post-produzione per esaltare il colore rosso dell’idrogeno eccitato.

Le esposizioni a colori e quelle a banda stretta sono state sovrapposte separatamente insieme ai cosiddetti “Dark Frames” e “Bias Frames”, ovvero esposizioni prese al buio (con coperchio) che contengono solo il rumore che sarà sottratto alle esposizioni. In un secondo momento, le immagini a colori e quelle a banda stretta sono state unite e bilanciate in Photoshop per ottenere l’immagine illustrata in questo articolo.

La fotografia è stata ottenuta con i seguenti apparecchi e parametri della fotocamera:
⦁ Camera: Canon Ra
⦁ Obiettivo: Samyang 135mm f/2 – f/22 ED UMC
⦁ Inseguitore: iOptron SkyGuider Pro
⦁ Pose RGB: 37x150s @ISO6400 (f/8)
⦁ Pose filtro Hα: 90x150s @ISO3200 (f/4)
⦁ Pose Dark Frames : 20x150s

⦁ Pose Bias Frames : 20×1/8000s
⦁ Esposizione totale: 5.5h
⦁ Nebulose di flusso integrato attorno alla stella polare


Stella Polare, Mattia Conte
Dette anche Integrated Flux Nebulae (IFN), queste nebulose non luminescenti occupano buona parte dell’emisfero boreale, quasi al centro dell’immagine troviamo la Stella Polare. Credit: Mattia Conte

Nebulose che sono solo illuminate dalle luci della Via Lattea invece che dalle stelle in attività vicino ad esse sono difficili da fotografare in zone provviste di inquinamento luminoso. Con un equipaggiamento portatile si può facilmente raggiungere qualche bel posto suggestivo da dove anche gli oggetti più nascosti possono essere inquadrati.
Ecco i parametri utilizzati per realizzare questo secondo esempio:
⦁ Camera: Canon Ra
⦁ Obiettivo: Samyang 135mm f/2 – f/22 ED UMC
⦁ Inseguitore: iOptron SkyGuider Pro
⦁ Pose RGB: 120x120s @ISO1000 (f/4)
⦁ Pose Dark Frames : 12x120s
⦁ Pose Bias Frames : 20×1/8000s
⦁ Esposizione totale: 4h

In conclusione, l’astrofotografia portatile è anche una maniera di approcciarsi all’astronomia e ai fenomeni naturali che riguardano il cielo. Fotografare oggetti dello spazio profondo e analizzare le loro caratteristiche in termini di colore ed intensità è sicuramente un modo che ci aiuta a capire ciò che i libri di astronomia e astrofisica ci insegnano, nonché a farci un’idea della grandezza degli oggetti che ci circondano. L’opportunità di realizzare fotografie con facilità e piccoli strumenti permette inoltre di lasciare spazio all’osservazione, all’ammirazione e alla tranquillità che solo un luogo isolato può dare.
Se si apprezzano la curiosità e la natura, perché non provare a vederci meglio?