Le rovine archeologiche delle stelle
Esploratori dell’Universo benvenuti!!! Come sempre vi stavo aspettando… perché oggi vi voglio parlare di archeologia… no, non sono impazzita, non andiamo a scavare per trovare qualche sperduto tempio Maya, ma vi porto su GRO J1655-40 un sistema binario “abitato” da una stella variabile di nome V* V1033 Sco Stella variabile semiregolare, con un periodo di 2,6 giorni. e un buco nero.
Ci troviamo al centro della Via Lattea, nella Costellazione dello Scorpione, e proprio qui, troviamo una stella di tipo F evoluta e da una compagna massiccia e invisibile, che orbitano l’una intorno all’altra una volta ogni 2,6 giorni.

Comunque: in origine c’erano due splendenti stelle e la più massiva esaurendo tutto il combustibile, è esplosa in una supernova. I cui strati esterni cioè i detriti sono “ricaduti” sulla sua compagna, e siccome il resto della stella è collassato su se stesso, ha formato il buco nero che possiamo “osservare” oggi.

A questo punto, il buco nero con la sua potente forza gravitazionale, ha cominciato a “mangiare” tutto quello che era caduto sulla stella secondaria, dove la maggior parte del materiale viene “ingoiato”, mentre una minima porzione si trova nel disco che orbita intorno all’astro collassato. E siccome tra i campi magnetici, che sono davvero gagliardi e l’attrito del disco, tutto il materiale viene spedito nello spazio interstellare formando poderosi venti.
E adesso mi chiederete, ma cosa c’entra l’archeologia in tutto ciò??? Dovete sapere che qui il Telescopio Chandra ha usato i raggi X per “catturare la sua preda” e bisogna dire che ci è riuscito: infatti ha potuto osservare ben 18 elementi chimici della passata stella andata in frantumi.
Nell’immagine seguente, possiamo osservarne le loro “firme”.Vediamo le firme che rappresentano l’assorbimento a raggi X degli elementi chimici indicati.

Questa supernova era davvero particolare, infatti aveva una massa di almeno 25 volte maggiore del nostro Sole… E se per caso ci fosse stato anche un pianeta da quelle parti… sinceramente non gli sarebbe andata decisamente bene.
Che altro dire… la distanza di GRO J1655-40 dal nostro Sistema Solare??? Gli astronomi pensano che sia di 11.000 anni luce, diciamo che è circa a metà strada tra il Sole e il Centro Galattico, ma non si esclude una distanza più ravvicinata.
E per il momento è tutto!!! A presto con nuove ed emozionanti avventure!!!